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Istat: meno vacanze per tutti

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Il 46,3% degli italiani rimane a casa durante l'estate. In diminuzione anche i consumi e i posti lavoro

bonfanti ilaria
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Famiglie e consumi- E' di -2,6% il calo del reddito delle famiglie italiane, registrato dall'Istat nel 2009, rispetto ai dati del 2008. Considerato anche l'andamento dei prezzi, l'Istituto ha rilevato una flessione del 2,5% del potere d'acquisto. Le cifre sono state fornite nell'ambito delle statistiche sui conti economici nazionali. Il calo del reddito avrebbe comportato anche un "forte contenimento" nei consumi, sia in termini nominali- del -1,9%- sia in termini di quantità- del -1,8% dopo la riduzione di 0,8% dell'anno precedente. Le famiglie, inoltre, non riuscirebbero più a risparmiare soldi: la loro capacità si sarebbe assottigliata di ulteriori 0,7 punti percentuali, all'11,1%, il valore più basso registrato dall'inizio degli anni Novanta.  E, il risparmio risulterebbe comunque diminuito, anche considerando la componente accumulata nelle riserve dei fondi pensione e il trattamento di fine rapporto. Si registra un - 8,4%, rispetto al 2008, quando era aumentato dello 0,7 %. L'Istat ha inoltre lanciato l'allarme anche sul fronte occupazione. Nelle piccole imprese sono andati persi, in due anni, 210mila posti di lavoro. Nel complesso comunque, il settore, indebitato anche se per importi modesti, avrebbe chiuso il 2009 con un accreditamento di oltre 5,5miliardi di euro, rispetto al sostanziale pareggio registrato nel 2008. Il valore aggiunto del comparto, infine, sarebbe calato dell'1,8%, nel 2009.  Gli italiani in vacanza- Un 46,3% degli italiani passerà l'estate a casa e la metà è costretta a farlo per mancanza di soldi. È questo il risultato di un'indagine della "Federalberghi", secondo cui la crisi economica inciderebbe pesantemente sulle scelte turistiche e quest'anno, come nel 2009, solo il 51,3% degli italiani andrà in vacanza. Nel 54,9% dei casi la decisione sarebbe infatti legata a motivi economici, un altro 18,7% parlerebbe di ragioni familiari, il 18,5% denuncerebbe motivi di lavoro, mentre il 16% rimarrebbe a casa per problemi di salute. Il Presidente di "Federalberghi", Bernabò Bocca, ha sottolineato come "si accresce notevolmente il solco tra chi può permettersi un periodo di svago estivo e chi no". Questo, a detta di Bocca, sancirebbe la nascita di "una nuova malattia del sistema economico", definita come "povertà turistica". Per i fortunati che si concederanno il lusso, invece, la meta preferita resta il mare. Il 74,6% infatti sceglierà la spiaggia: il 67,4% si dirigerà verso il mare della penisola o delle due isole maggiori, mentre il 7,2% andrà nelle isole minori. Seguono la montagna, con il 17,4% delle preferenze, e le località d'arte, con l'1,9%. Stabili i laghi, all'1,9%, e le località termali, all'1,4%. La spesa stimata per la vacanza, comprensiva di vitto, alloggio e divertimenti, sarà di 853euro, in netta crescita rispetto ai 710 euro dell'anno scorso, in aumento dunque del 20%. In particolare, per il viaggio in Italia, saranno spesi in media 764 euro a persona: nel 2009 erano 550 euro, ma l'aumento "non porterà alcun valore aggiunto al settore, perchè sconterà la fiammata inflazionistica di alcune voci di costo dei prodotti di consumo e l'aumento delle notti fuori casa". In merito ai soggiorni all'estero, invece, la spesa media si attesterà sui 1.065 euro, in calo rispetto ai 1.173 euro dell'anno scorso, "a conferma di un minor costo della vita in alcune aree turistiche straniere".

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