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Spagna, la Catalogna abolisce le corride

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Gioia degli animalisti e disperazione dei "taurinos". Il Ministro Michela Brambilla ha commentato: "Segno di grande civiltà. Esprimo tutto il mio plauso"

bonfanti ilaria
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Il Parlamento catalano ha approvato in mattinata l'abolizione della corrida nella Regione con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni. I parlamentari hanno detto "sì" a ''un'iniziativa legislativa popolare'', sostenuta da 180mila firme. Il divieto prenderà il via dall'anno 2012. Fino ad allora la Plaza Monumental potrà ancora mettere in programma le corride. La Catalogna diventa così la seconda Regione spagnola a vietare le corride, dopo l'arcipelago delle Canarie, che l'aveva già fatto nel 1991. Questa mattina, davanti al Parlamento catalano, si sono riuniti gruppi di manifestanti "pro e contro corrida", reclamando,  da una parte ''la libertà''' per gli amanti di questo spettacolo, e dall'altra, la fine della ''tortura'' dei tori. E Jose Rull, parlamentre del Partito Nazionale Catalano, ha dichiarato: "Ci sono alcune tradizioni che non possono restare congelate nel tempo. Non dobbiamo proibire ogni cosa, ma le cose più degradanti dovrebbero esserlo". E, anche il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, si è espressa in merito all'approvazione dell'abolizione della corrida. "Manifesto tutto il mio plauso, sia in qualità di Ministro del Turismo italiano, sia come promotrice del Manifesto per la Coscienza degli animali, che ha tra i suoi principi fondanti la tutela dei loro diritti e la condanna di ogni forma di maltrattamento e di uccisione degli animali per crudeltà o divertimento"- ha dichiarato il Ministro. Secondo la Brambilla, inoltre, la decisione presa dal Parlamento regionale catalano sarebbe anche indice di totale attenzione da parte della Spagna e "questo indica che in Catalogna sta nascendo una nuova cultura di amore e di rispetto nei confronti dei nostri amici, in grado di modificare tradizioni secolari che, come nel caso della corrida, ledono la sensibilità collettiva, arrivando a spettacolizzare la morte del toro". E, inoltre, ha concluso il Ministro, "la Spagna è un Paese che offre straordinarie risorse turistiche e non ha certo bisogno di attrazioni sanguinarie, quali la corrida, per accrescere il proprio appeal. Considero, infine, la decisione del Parlamento catalano un atto di grande civiltà a cui spero possa presto seguire la definitiva abolizione di questa pratica sull'intero territorio".

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