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La Corte dei Conti lancia l'allarme debito dei Comuni: supera i 62miliardi

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Sale da 63 a 82 il numero degli enti locali in disavanzo. Male anche le Province: deficit a 11,5 miliardi

bonfanti ilaria
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Cresce il debito dei comuni e raggiunge la cifra di 62miliardi di euro. E aumenta, ancora di più, rispetto all'esercizio precedente, il debito delle Province che si attesta sugli 11,5miliardi di euro. A lanciare l'allarme è la Corte dei Conti in una relazione dettagliata sulla gestione finanziaria degli enti locali, nel biennio 2008-2009. "Il debito finanziario dei Comuni- si legge nella dichiarazione- supera i 62milardi di euro e cresce limitatamente rispetto al precedente esercizio. Più spinta, invece, è la crescita del debito delle province che raggiunge quasi gli 11,5miliardi. La sostenibilità del debito, considerando il peso degli interessi e quello delle quote capitale, risulta nel complesso dei comuni critica: parte dell'onere è infatti  coperto con risorse di natura straordinaria". E, a crescere, è anche il numero degli enti locali in disavanzo: nel 2008 sono in crescita, da 63 a 82 enti, rispetto agli esercizi precedenti, e l'ammontare del disavanzo complessivo aumenta oltre il 20%. "La situazione - è riportato nella nota dei giudici contabili - non appare nel complesso incoraggiante, risultando in netto aumento gli enti interessati e le situazioni di alcuni di essi appaiono allarmanti". L'obiettivo del patto di stabilità sarebbe dunque stato "sostanzialmente conseguito" nel corso del 2009, ma a risentirne maggiormente è stata la spesa d'investimento. Gli enti di autonomia territoriale, infatti, ha osservato la Corte dei Conti, "sono stati coinvolti nella politica di rigore volta al risanamento finanziario dei conti pubblici". E per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti, la principale linea direttrice si è basata sul rispetto del "patto di stabilità interno" che assegnava agli enti locali il compito di controllare la crescita della spesa corrente e di quella in conto capitale. La situazione complessiva risulta "peggiore di quella del 2008 e molti comuni delle classi di popolazione meno numerose sono risultati inadempienti". E, almeno per il momento, si sono dispiegati solo parzialmente gli effetti della riforma del titolo V della Costituzione, mentre il federalismo fiscale, da cui potrebbe derivare una maggior responsabilità di entrata di spesa, "stenta ad avviarsi". Si presenta così, per gli  Enti locali, "una difficile situazione complessiva, con maggiori difficoltà rispetto all'esercizio precedente anche a fronte di un apporto ridotto delle entrate correnti proprie che continuano a decrescere". Rimane, infine, "arduo lo stretto controllo della spesa corrente, ma l'assenza dei rinnovi dei contratti del personale contribuisce al contenimento".

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