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Funerale deserto? Ad Arezzo nasce una compagnia ad hoc

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Don Colcelli, di Sant'Egidio all'Orciolaia, stanco di celebrare in solitudine le cerimonie. "Nasca un gruppo nella comunità?"

Roberto Amaglio
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Una chiesa vuota, un feretro circondato da un silenzio avvilente e il fastidioso rimbombo delle parole tra le navate deserte. All'ennesimo funerale celebrato tra pochissimi intimi, alla fine anche don Marcello Colcelli, della parrocchia di Sant'Egidio all'Orciolaia (Arezzo), si è stufato e ha detto stop ai funerali deserti o per pochissimi intimi. Non un semplice sfogo del momento, bensì una situazione ritenuta insostenibile e che necessita misure extraordinarie per venire risolta. Ecco quindi l'originale proposta dell'uomo di chiesa: varare la “compagnia dei defunti”, un vero e proprio gruppo che accetti di partecipare all'ultimo saluto dei cittadini della parrocchia svolgendo le funzioni base della cerimonia. "Spesso – ha spiegato il religioso in una lettera alla comunità – faccio tutto da solo: sacrestano, lettore, cantore. Posso continuare anche così, ma mi chiedo: dov'è la comunità?". A tal proposito sarebbe pronto anche uno specifico regolamento: chi si dirà pronto a entrare nella compagnia dei defunti avrà l'obbligo (nei limiti del possibile) di partecipare ai funerali della parrocchia, garantendo il servizio liturgico minimo: letture, raccolta delle offerte e incenso.

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