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Thailandia, nascondeva tigrotto nella valigia insieme a un peluche

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La donna, arrestata all'aeroporto di Bangkok, voleva portarlo con sé fino a Teheran

Tatiana Necchi
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Quel tigrotto ha due mesi di età ed è talmente carino che sembra proprio un peluche. Ma il cucciolotto è vivo, in carne e ossa e destinato a crescere. E lei lo aveva messo in valigia accanto a un peluche di pezza nel tentativo di confondere le idee poiché il tigrotto era stato drogato. Per cui non si muoveva. Ma, sebbene piccolo, era pesante: troppo pesante, e al check-in dell'aeroporto di Bangkok la valigia è stata controllata ai raggi x, che hanno rivelato il clandestino tigrato. La 31enne thailandese, che voleva partire per Teheran, è stata arrestata. All'aeroporto di Bangkok esiste un posto di controllo per gli animali selvatici e di cose bizzarre se ne vedono tante. Ma l'agente Nirath Nipanant si stupisce: «non si trattano così gli animali. Se avesse passato il check-in sarebbe finito nella stiva per quattro o cinque ore, con scarse possibilità di sopravvivenza». Stordito ma vivo, il cucciolo è stato portato al Dipartimento per la protezione della fauna selvatica, dove viene allattato col biberon ma a distanza di giorni non si è del tutto ripreso. Un test del Dna dovrebbe cercare di accertarne l'origine e capire se era nato in libertà o in cattività. Insomma, il traffico di animali esotici non è un problema solo italiano. La Thailandia, infatti, sta cercando di irrigidire le sanzioni. Oggi si rischiano quattro anni di carcere e una multa di 40mila baht, circa 1.300 dollari. Il Dipartimento vorrebbe vedere aumentare la pena a 10 anni di carcere. Il cucciolo avrebbe potuto fruttare tremila dollari e più sul mercato iraniano, dove è di moda tenersi in casa animali esotici finchè non crescono troppo. E in Asia gli esemplari di tigre sono in drastico calo per colpa della distruzione del loro habitat, ma anche dei bracconieri che vendono le pellicce tigrate e certe parti per usi medicinali, soprattutto in Cina.

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