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L'obiettivo della Gelmini. "Precari riassorbiti in 7 anni"

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Si tratta di 220mila insegnanti. Eliminate le Ssis, varato il tirocinio di un anno. Domani, però, a Messina protestano i precari

Roberto Amaglio
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La missione è titanica: assorbire nel giro di 6/7 anni i 220 mila precari della scuola italiana. Ed è questo il fine primo del nuovo regolamento sulla formazione dei docenti presentato questa mattina a Palazzo Chigi dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Stop al precariato – "Col nuovo regolamento sulla formazione iniziale abbiamo un obiettivo: evitare l'insorgere di nuovo precariato – ha affermato in apertura il ministro –. Abbiamo bloccato le Ssis perché non soddisfacevano i bisogni effettivi della scuola: infatti, se abbiamo dato risposte col decreto salvaprecari per quello esistente, non vogliamo assumerci la responsabilità di altro precariato". Del resto non sono solo i 14 mila precari che rimarranno senza contratto annuale a gravare sul mercato del lavoro della scuola, bensì i 220 mila lavoratori attualmente iscritti nelle graduatorie. "Di contro i posti vacanti sono pari a 20 mila. Per 200 mila persone il posto di lavoro non ci sarebbe. Si tratta di un problema di disoccupazione pesantissimo, per il quale riteniamo di aver dato alcune risposte, ma certo risulta una piaga sociale che ereditiamo e rispetto alla quale in un momento di crisi economica è difficile se non impossibile dare risposte. Comunque tengo a precisare che nel 2009 il taglio effettivo è stato di 12 mila posti mentre quest'anno sarà di 25 mila, di cui 23 mila pensionamenti". Opera dimagrante – Oltre ai tagli, ovviamente, il processo di assorbimento dei senza lavoro passa anche da un accesso più selettivo alla professione. "Dal 2011 le nuove lauree previste per diventare docenti partiranno in base ad un sistema di programmazione per cui il numero di nuovi docenti sarà stabilito in base al reale fabbisogno del paese. Detto questo e prevedendo un aumento dei pensionamenti, secondo le stime del ministero nell'arco di 6-7 anni c'è la ragionevole certezza che gli attuali 220mila precari saranno assorbiti dal sistema d'istruzione". A proposito dell'accesso alla professione per i giovani neo laureati, bloccate le Sis si afferma un nuovo passaggio: un anno di tirocinio, da svolgere nel corso degli studi universitari. "Prevediamo una selezione severa, doverosa per chi avrà in mano il futuro dell'Italia e sostituiamo alle vecchie Ssis un  percorso di lauree magistrali specifiche e un anno di tirocinio coprogettato da scuole e università, concentrato nel passaggio dal sapere al saper insegnare". Meritocrazia – E anche per gli insegnanti, torna a far capolino il tema della meritocrazia. "Andremo a confrontare modelli diversi di incentivi alla scuole o ai singoli insegnanti, per approdare a una carriera degli insegnanti non legata automaticamente agli scatti di anzianità. Gli avanzamenti legati al tempo non sono da Paese civile. Il 70°% degli insegnanti chiede di essere valutato e premiato sulla base dei risultati conseguiti, non sul tempo passato in cattedra". Nuovo regolamento o no, non si ferma la mobilitazione dei precari della scuola. Domenica, infatti, a partire dalle ore 11, il Comitato insegnanti precari della Sicilia ha chiamato a raccolta il personale non di ruolo della scuola sulla stretto di Messina. I precari, sostenuti da alcuni sindacati, hanno dichiarato di volere "Invadere lo Stretto" per realizzare "un ponte per la scuola", e oggi nella Questura di Messina, si è svolta una riunione tecnica operativa, con i rappresentanti delle forze dell'ordine e gli enti interessati, nel corso della quale sono state concordate le misure adottate per la gestione della manifestazione. Lunedì, inoltre, davanti al Ministero di Roma, l'Unione degli Studenti ha organizzato un sit in per protestare contro i tagli fatti dall'esecutivo ai danni dell'istituzione scolastica.

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