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Corano, padre Jones vola a New York per parlare con l'Imam

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La sua idea è chiedere di spostare la moschea lontana da Ground Zero

Tatiana Necchi
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Questa volta il reverendo ha mantenuto la promessa. Ieri pomeriggio Padre Terry Jones ha lasciato la sua Gainesville, in un clima di calma apparente, per volare fino a New York con lo scopo di tentare di convincere l'Imam Rauf a spostare la sua moschea lontano da Ground Zero. Il pastore Jones, una volta atterrato a New York non ha fatto dichiarazioni ma dovrebbe parlare in giornata a "Today", la trasmissione dell'emittente Nbc. Ad attenderlo fuori dall'aeroporto di Laguardia, numerose pattuglie di polizia: è stato diramato anche  un messaggio alla cittadinanza perché vigili e dia una mano a garantire la sicurezza nonostante il “Koran Burning Day” sia stato ufficialmente abolito. Si teme lo stesso che qualcuno possa creare qualche problema. Anche attorno alla chiesa di Jones, da giorni fitta di telecamere e giornalisti delle più importanti emittenti americane, sono schierate numerose forze di polizia: oggi verso le 18, ci sarà una manifestazione non violenta organizzata dalle chiese locali per protestare contro il pastore che sta sconvolgendo il mondo islamico. Intanto la città attende gli sviluppi di questa giornata un po' tesa: molti, infatti, per questo fine settimana se ne sono andati. Intanto, per il secondo giorno consecutivo, migliaia di persone hanno inscenato manifestazioni di protesta nel nord-est dell'Afghanistan nonostante il pastore americano abbia sospeso il minacciato rogo di copie del Corano in occasione dell'anniversario degli attentati terroristici alle Torri Gemelle. Le proteste sono state segnalate in tre distretti della provincia di Badakhshan, dove ieri un manifestante era stato ucciso a colpi d'arma da fuoco all'esterno di una base della Nato a guida tedesca. Il capo della polizia provinciale Aqa Noor Kentuz, ha riferito che per il momento la manifestazione si sta svolgendo in modo pacifico ma ha anche sottolineato che le forze dell'ordine sono sul posto per «per prevenire qualsiasi violenza». Anche ieri, sempre per protestare contro il prospettato rogo di copie del libro sacro per l'Islam, circa 10mila persone si erano radunate a Feizabad. Vi erano stati raduni anche a Kabul e in quattro altre province.

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