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Mezzo flop per le elezioni in Afghanistan

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Bassa affluenza al voto in tutto il Paese. Hanno vinto le intimidazioni e gli attentati talebani, con 14 morti solo oggi

Eleonora Crisafulli
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Non è certo una bella giornata per l'Afghanistan. In occasione delle votazioni per il rinnovo della Camera bassa del Parlamento, a vincere sono state le intimidazioni dei talebani. Per quanto i dati ufficiali sull'affluenza verranno diramati solo in serata, i primi exit-poll parlano di una bassa affluenza alle urne. Una tendenza intuibile già a metà giornata, quando a mezzogiorno gli elettori recatisi alle urne erano stati solo il 32% del totale.  Al contrario sono state moltissime le vittime della giornata, con 14 persone che hanno perso la vita, tra le quali 11 civili e tre poliziotti. Lo ha riferito il ministero dell'Interno. Urne vuote – La popolazione afghana, chiamata alle urne per la seconda volta dopo la caduta del regime talebano del 2001, non ha risposto all'appello del presidente Karzai di recarsi a votare. Da quanto sostiene al-Jazeera, a Kandahar, provincia meridionale, solo una piccola percentuale degli elettori registrati si è presentata alle urne: secondo le stime solo 200 su 1080 registrati hanno espresso il loro voto nel seggio più grande della città e la situazione è certamente peggiore nelle aree periferiche, dove è particolarmente forte la presenza dei Talebani. Sembra bassa anche l'affluenza nella capitale Kabul dove, tuttavia, si sono presentati alle urne più elettori che alle presidenziali dello scorso anno. Denuncia brogli – In molte città il voto è stato caratterizzato dalla denuncia di brogli. A Mazar-e Sharif, nel nord dell'Afghanistan, molti elettori si sono recati al voto più volte, usando schede diverse. Secondo un membro della commissione elettorale, citata da al-Jazeera, almeno il 50% delle schede votate è frutto di brogli. Anche a Kabul si ha notizia del ritrovamento di tessere false e lo stesso è accaduto nella provincia meridionale di Helmand e in quella settentrionale di Kunduz. Intimidazioni – Ma soprattutto, per quanto le forze armate abbiano impedito alla situazione di degenerare, a tenere banco sulle votazioni sono state le pressioni dei Talebani, con la crescente paura di attentati. Dopo il rapimento di ieri di 18 persone, tra operatori elettorali e attivisti e la morte di un militare italiano, oggi nelle prime ore della mattina tre persone, inclusi due scrutatori, sono rimaste ferite per l'esplosione di un ordigno in una scuola nella città di Khost utilizzata per il voto. Nella notte un razzo ha colpito l'area del quartier generale della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza sotto il comando Nato, nel centro di Kabul, senza comunque fare vittime. Un'altra bomba è esplosa in un quartiere a Sud della capitale causando un ferito. Sei razzi sono poi caduti su Jalalabad e hanno colpito una casa. Un bus che trasportava cittadini afghani che si stavano dirigendo a votare è saltato su un ordigno nella Zeerko valley, distretto di Shindand, nell'area sotto comando italiano: sei i morti e cinque i feriti, secondo fonti della missione Nato Isaf. I militari italiani stanno intervenendo per prestare soccorso ai feriti. L'attentato è avvenuto alle 11.40 locali, le 9.10 in Italia. La scorsa notte, sempre nella famigerata Zeerko valley, un autobus che trasportava al voto delle persone - nel caso specifico dei nomadi "cuchi" - era saltato su un altro ordigno. Nessuna vittima, solo qualche ferito.

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