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Il Senato vara il ddl lavoro e quello anticorruzione

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Ok unanime al provvedimento che reintrodurrà anche il falso in bilancio per evasioni inferiori al 5%. Ora passa alla Camera

Roberto Amaglio
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E' stato uno dei momenti all'interno del discorso di Silvio Berlusconi alla Camera in cui dai banchi dell'opposizione si è mugugnato. Quando il Cavaliere ha annoverato tra i successi del Governo il ddl anticorruzione, il Pd e l'Italia dei Valori hanno protestato ricordando come il provvedimento fosse riposto nei cassetti di Palazzo Madama da diversi mesi. Proprio oggi, però, tale provvedimento è stato finalmente approvato con voto unanime dai Senatori. Il ddl, che passa ora alla Camera, recepisce le norme di prevenzione e di contrasto della corruzione negli atti pubblici, ratificate nella Convenzione civile contro la corruzione siglata a Strasburgo il 4 novembre 1999. Il relatore ha spiegato che il provvedimento approvato non è il solo a occuparsi del contrasto alla corruzione: in Commissione Giustizia del Senato il ddl è stato incardinato a un altro provvedimento di iniziativa del governo che contiene alcune novità in materia di candidabilità, eleggibilità e decadenza degli amministratori pubblici invischiati in vicende di corruzione. Reazioni - Tutte le forze politiche rivendicano il merito di aver approvato il ddl. Curiosa, però, è l'annotazione del senatore dell'Idv Luigi Li Gotti, il quale afferma che l'approvazione del ddl comporterà una modifica al codice penale. "Il ddl consentirà di ripristinare il reato di falso in bilancio, vergognosamente depenalizzato dal governo Berlusconi, e dunque di ristabilire quella legalità diffusa in ogni condotta sociale su cui poggia lo Stato di diritto. Sarà eliminata la non punibilità delle false comunicazioni sociali inferiori al 5% del risultato economico di esercizio che ha voluto Berlusconi". Ddl lavoro - Decisamente più complicata è stata per i Senatori del Pdl l'approvazione del ddl Lavoro, l'unica legge finora rinviata alle Camera dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la contestata norma sull'arbitrato. I Senatori hanno ancora una volta modificato il disegno di legge rispetto a quanto fatto dalla Camera, reintroducendo l'obbligo dell'arbitrato preventivo per risolvere le controversie. Cassato quindi l'emendamento del Pd: ora la scelta deve avvenire 30 giorni dopo l'atto di assunzione e non potrà avvenire a controversia avvenuta. Tra le novità, la possibilità che l'apprendistato a 15 anni valga come ultimo anno di scuola dell'obbligo, mentre è inserita la delega per il pensionamento di chi opera in attività usuranti (dipendenti notturni o addetti alla linea di catena), i quali potranno andare in pensione a 57 anni e con 35 anni di contributi. Passa da due a tre anni l'efficacia delle domande di iscrizione e cancellazione dall'albo delle imprese artigiane da comunicare all'Inps. Infine torna l'articolo sull'amianto nei navigli di Stato. Oltre allo stanziamento di 5 milioni di euro annui per i risarcimenti alle vittime, il ddl elimina l'eventuale illecito penale che colpiva i comandanti delle navi senza voler pregiudicare i risarcimenti. Il ddl è stato approvato dal Senato con 147 voti favorevoli, 104 contrari e 2 astenuti.

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