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Il Canada apre alle case chiuse. Lavorare per strada è pericoloso

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E' l'effetto di una sentenza della corte dell'Ontario. Il governo ha tempo 30 giorni per fare appello

Michela Ravalico
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Tornano le case chiuse. In Canada. Merito (o demerito) di tre donne canadesi che per esercitare il più antico mestiere del mondo avevano deciso di raggrupparsi in un appartamento. "Per strada, esercitare, è pericoloso", si erano giustificate le re prostitute. L'Alta Corte dell'Ontario ha dato ragione alle tre signore che si sono lamentate dei pericoli che corrono a lavorare sul marciapiede. In 131 pagine di sentenza il giudice Susan Himel ha stabilito che il bando dei bordelli, in vigore a livello nazionale in Canada, è incostituzionale perchè lesivo del diritto individuale "alla vita, libertà e sicurezza". Il governo nazionale, ora, ha 30 giorni di tempo per fare appello contro la sentenza ed evitare che altre regioni seguano l'esempio   dell'Ontario, dove i bordelli potranno aprire tra un mese. Secondo la Himel, "le prostitute sono obbligate a scegliere tra libertà,   interesse e diritto alla sicurezza personale". Una delle tre lucciole che hanno sollevato il caso, Terri Bedford, ha raccontato in aula le tante aggressioni e violenze subite mentre lavorava e ha commentato che la sentenza è "come la giornata dell'emancipazione" per tutta la categoria. Tre anni fa in Canada venne condannato all'ergastolo Robert "Willie" Pickton, un allevatore di maiali considerato il più feroce serial killer di prostitute del paese.

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