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Ipotesi depistaggio nel caso di Sarah Scazzi

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Gli inquirenti ormai convinti che il cellulare sia stato fatto ritrovare per sviare le indagini

Roberto Amaglio
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Sembrava poter essere l'elemento chiave che avrebbe portato gli inquirenti alla svolta e alla soluzione del caso. Invece il ritrovamento del cellulare di Sarah Scazzi potrebbe essere solo un tentativo per depistare le indagini in corso. A sostenerlo sono gli stessi inquirenti, i quali continuano a riscontrare una serie di incongruenze tra il ritrovamento, le ricostruzioni delle prime settimane e le testimonianze della cugina di Sarah, Sabrina, e dello zio Michele Misseri, la persona che lo scorso 28 settembre ritrovò il telefonino della quindicenne di Avetrana. Per quanto nessuna pista venga esclusa dagli inquirenti, tale pista sembra essere avallata dagli esami che i Ris di Roma stanno effettuando proprio sul cellulare di Sarah. I primi riscontri scientifici hanno certificato la mancanza di macchie di terra e di ammaccature; l'idea che qualcuno abbia appoggiato il cellulare con l'intenzione di farlo trovare, quindi, è sempre più radicata nelle menti degli investigatori.

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