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Afghanistan, rientrano le quattro salme

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Un quinto è in grave condizioni. Su Facebook uno dei caduti: "Mi sono rotto, non si capisce nulla". Salgono a 34 le nostre vittime dal 2004. Berlusconi: "Siamo là per la pace"

carlotta mariani
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Esplode un'altra bomba in Afghanistan. Questa volta, a subire le tragiche conseguenze, sono i militari italiani. In quattro sono morti e un quinto è in grave condizioni, con numerosi traumi di vario genere ma non è in pericolo di vita. Si tratta di Luca Cornacchia, 31 anni, originario di Pescina (L'Aquila). È stato subito portato alla base di Delaram ma potrebbe essere trasferito nell'ospedale americano di Farah. I cinque soldati erano alpini. Da quanto reso noto, il loro reparto sarebbe preso rientrato in Italia. I nomi delle vittime sono stati annunciati in mattinata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa in conferenza stampa. Sono morti i caporalmaggiori Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero, Marco Pedone, 23 anni, di Gagliano del Capo (Le), Sebastiano Ville, 27 anni di Lentini (Sr) e Francesco Vannozzi, 26 anni, pisano. Secondo fonti della Difesa, il rientro in Italia delle salme è previsto per lunedì mattina, intorno alle 9, all'aeroporto romano di Ciampino. Le esequie in forma solenne dovrebbero svolgersi martedì. La procura di Roma ha aperto un fascicolo. Gli accertamenti sono stati delegati dal capo del pool antiterrorismo Pietro Saviotti ai sostituti Giancarlo Amato e Francesco Scavo che procedono per attentato con finalità di terrorismo. I carabinieri del Ros hanno il compito di fare una relazione sulla dinamica dell'agguato. I militari sarebbero stati vittime di una imboscata nella valle di Gulistan, nella provincia di Farah, uno dei distretti da poco affidato agli italiani. L'esplosione è avvenuta poco dopo le 9.45 (le 7.45 italiane). La bomba, rudimentale (uno dei cosiddetti Ied, Improvised Explosive Device) ma potentissima, è riuscita a distruggere l'intero mezzo corazzato Lince su cui viaggiavano gli italiani. "In 20 anni di guerra in Afghanistan si può trovare qualsiasi tipo di esplosivo per costruire un simile ordigno" ha detto il generale Fogari. "L'Afghanistan è un teatro molto impegnativo - ha concluso - la tensione sempre alta e il livello di vigilanza delle nostre forze  è sempre al massimo". I soldati stavano scortando un convoglio di 70 camion civili che avevano lasciato i materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, chiamata Ice. Dopo lo scoppio, gli attentatori avrebbero sparato dei colpi con armi da fuoco. Il resto delle truppe avrebbe reagito mettendo in fuga i guerriglieri. Sale a 34 il bilancio delle vittime italiane in Afghanistan dall'inizio della missione di pace Isaf nel 2004. La maggior parte sono morti in scontri a fuoco o attentati. Qualcuno è stato stroncato da un malore e uno si è suicidato. Il 2010 deve ancora finire e sono già 12 le vittime dell'esercito nazionale. Commozione nazionale – Il presidente della Repubblica Napolitano ha espresso la sua “profonda commozione”, definendosi “interprete del profondo cordoglio del Paese”. "Siamo vicini alle loro famiglie come lo sono, ne sono sicuro, tutti gli italiani" ha scritto in una dichiarazione Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha aggiunto: "Siamo grati a tutti i soldati italiani che, nelle diverse missioni in tante parti del mondo, consentono al nostro paese di mantenere i suoi impegni internazionali a favore della pace e contro ogni forma di terrorismo". Anche il presidente del Senato Renato Schifani ha ricordato l'orgoglio del Paese verso i nostri connazionali impegnati in queste difficili missioni: "L'Italia onora il sacrificio di questi nostri soldati coraggiosi, l'ennesimo pesante tributo di sangue che il nostro Paese paga in quelle terre lontane in una missione che difende la democrazia e la pace nel mondo". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha osservato un minuto di silenzio in memoria dei quattro militari, in apertura dell'incontro con il consiglio regionale della Valle d'Aosta. Un minuto di silenzio anche prima delle partite di oggi e domani. È quanto consigliato dall presidente del Coni, Giovanni Petrucci. Stessa forma di rispetto è stato osservato alla manifestazione di Cisl e Uil in piazza del popolo a Roma. Per un minuto si sono sentite solo le note dell'inno di Mameli. Prima è risuonato il Silenzio militare. I profili su Facebook - Tre dei militari coinvolti nell'attacco di questa mattina hanno dei profili su Facebook. Attraverso cui si può ben capire com'è la vita in missione. Il soldato ferito, Luca Cornacchia, ha scritto una dichiarazione d'amore nei confronti di sua moglie e del loro bambino, di appena un anno. Il 3 ottobre aveva scritto: "Mi sono rotto di stare qua in Afghanistan, non si capisce un cazzo". Un paio di amici lo avevano invitato a mantenere la calma. Anche Gianmarco Manca e Francesco Vannozzi, che questa mattina hanno perso la vita, avevano un profilo sul social network. Manca non aggiornava la sua pagina da più di un mese, ma l'ultimo status recita: "La connessione è uno schifo! E io mi sono rotto le balle". Vannozzi, invece, aveva scelto come citazione preferita la frase "Io non credo nel paradiso; credo nel dolore, credo nella paura, credo nella morte". Nei suoi status ci si lamenta delle condizioni di vita in Afghanistan: "ho le orecchie piene di sabbia", "penso sabbia", "oggi a pranzo... sabbia". Elemento in comune tra tutti e tre: i rispettivi amici hanno modificato le proprie immagini personali, ora compaiono numerose bandiere italiane listate a lutto. Verso la strada del disimpegno - Ieri il presidente Obama ha annunciato un cambiamento al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa bianca. Jim Jones, 66 anni, ex generale dei marines, è stato sostituito da un pilastro del partito democratico Tom Donilon, 55 anni, civile. Una svolta importante che potrebbe portare a un graduale ritiro delle truppe dal territorio afghano forse entro due anni e a una serie di negoziati con i talebani. Donilon è stato consigliere di tutti i presidenti democratici dal '77 ed è molto legato al vice di Obama, Joe Biden. Da tempo sostiene che gli Usa sono stanchi della guerra. "È ora che l'Italia   chieda una vera puntualizzazione della strategia - ha sottolineato il segretario del Pd, Gianluigi Bersani - Bisogna vedere quali  sono le prospettive reali in una situazione del genere, una situazione  sul campo molto difficile e dalle prospettive incerte". L'Italia dei Valori torna a chiedere una exit strategy. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli ha definito l'Afghanistan, "il Vietnam italano". Nella nota di cordoglio del ministro degli Esteri, Franco Frattini ha detto che si impegnerà in modo che "dal prossimo Vertice della Nato a Lisbona, a novembre, si possa definire la nuova fase di transizione della strategia internazionale in Afghanistan e venga accelerata, provincia per provincia, l'assunzione delle responsabilità di   sicurezza e controllo del territorio da parte dalle forze afgane alla cui formazione l'Italia ha dato un contributo eccezionale e unanimente riconosciuto e di cui siamo fieri". Uccisa cooperante Gb - Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha annunciato l'uccisione della cooperante Linda Norgrove, di 36 anni, rapita nell'Afghanistan orientale lo scorso 26 settembre. La morte dell'ostaggio è avvenuta la scorsa notte, durante un tentativo per liberarla. Hague ha anche affermato che “la responsabilità di questo esito tragico pesa esclusivamente sui rapitori". Il blitz, ha concluso il Ministro, era stato deciso perchè "la sua vita era sotto grave minaccia" e l'intervento militare era giudicato come "la migliore opportunità per Linda era il tentativo di salvarla”.

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