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Insabbiano la casa di Fini

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Le autorità di Montecarlo definiscono "congruo" il valore dell'appartamento. Ma per sapere se la vendita è stata una truffa bisogna considerare i prezzi del 2008

Roberto Amaglio
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Le autorità di Montecarlo vengono in aiuto di Gianfranco Fini. Da quanto si apprende dalla Procura di Roma, infatti, nelle informazioni trasmesse dal Principato agli inquirenti capitolini si ritiene congruo il valore dato all'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, nel 1999, all'atto di passaggio dalla contessa Anna Maria Colleoni ad Alleanza nazionale. Insomma la valutazione di 450 milioni di lire è ritenuta compatibile dalle autorità monegasche per un appartamento di 60 metri quadrati in pieno centro. I magistrati romani, comunque, stanno vagliando anche altri documenti concernenti la casa in cui era in affitto Gian Carlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini. Secondo quanto si è appreso questa "informazione" dovrà essere messa in relazione alle altre. Infatti, c'è da ricordare che la cessione dell'appartamento alle ormai note società off-shore è avvenuta nel 2008. Ed è proprio sulle variazioni di mercato in quei nove anni che i magistrati si stanno soffermando. Secondo un rapporto della Cbm, il principale istituto di credito monegasco, tra il '99 e il 2009 il valore medio degli immobili a Montecarlo è cresciuto del 478%. Tra gli atti che sono stati richiesti tramite rogatoria c'è anche la "osservazione" dell'immobile che è stata fatta dall'ente dell'ufficio del registro monegasco nel corso degli anni, a partire dal '99 per arrivare sino all'ottobre del 2008. Sulla base di tutte queste carte il procuratore capo Giovanni Ferrara sarebbe intenzionato a definire il procedimento entro la fine del mese di ottobre. Difficile però che nuove notizie in merito emergano in tempi rapidi. L'esito della valutazione, che potrebbe portare a una richiesta di archiviazione o all'emissione di inviti a comparire, a piazzale Clodio si manterrà il più stretto riserbo. Fini si lecca i baffi - "Ora ci divertiamo con le querele...". Gianfranco Fini avrebbe commentato così le notizie provenienti dagli uffici della Procura romana. Il presidente della Camera avrebbe anche aggiunto che ora "chi ha gettato fango ora dovrà pagare". Le frasi attribuite a Fini, tuttavia, sono state immediatamente smentite dal suo portavoce. Durante la conferenza stampa del Fli, invece, il presidente della Camera ha ammesso di essere ancora "amareggiato" per "il fango" che gli è stato buttato addosso, ma soddisfatto dal fatto che le autorità di Montecarlo hanno giudicato congruo il valore dell'appartamento.  La terza carica dello Stato - secondo quanto viene riferito - si augura  che l'inchiesta si concluda con un'archiviazione. Della Vedova se la ride - "Il tempo è galantuomo - ha rincarato Bendetto Della Vedova, vicepresidente dei deputati di Fli alla Camera -. Non canto nessuna vittoria, io non ne dubitavo. Fini aveva spiegato esattamente come erano andate le cose anche in quelli che erano i punti più difficili per lui. In ogni caso aspettiamo il giudizio conclusivo. Io sulla faccenda non ci ho perso molto tempo. Mi spiace per gli amici del Giornale. Si vede che la missione non era l'inchiesta, ma far male. Il colpo è arrivato ma il tempo è galantuomo".

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