Veltroni fa l'offeso
"Silvio poteva chiamarmi"
Il Partito democratico, che dell'opposizione riformista dice o cerca di essere il principale interprete, rischia, di fronte alle misure anti-crisi del governo, di venir scavalcato dall'opposizione dichiaratamente meno dialogante e più anti-berlusconiana del Parlamento: quella di Antonio Di Pietro. È questo l'ultimo paradosso in cui si trova Walter Veltroni. Una situazione che, se confermata, finirà per favorire per l'ennesima volta l'alleato che dà più grane ai democratici, l'ex pm. Il segretario del Pd, infatti, ieri, in una nota, ha risposto picche alla richiesta di collaborazione avanzata dal presidente del Consiglio. «Le proposte anti crisi presentate dal governo», ha spiegato, «sono purtroppo del tutto insufficienti, non c'è nulla di strutturale, nulla che riguardi i redditi e le pensioni, nulla che riguardi il precariato, molto poco per le piccole e medie imprese». Il giudizio è senza appello: «Il governo si mostra ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità della situazione». Se davvero si cercava una collaborazione, aggiunge, bisognava ascoltare «le proposte» dell'opposizione e «concordare» i provvedimenti. Elisa Calessi su Libero di domenica