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Calderoli: "Se dimostrano che ho mentito mi dimetto"

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Dopo la mozione di sfiducia presentata da Di Pietro, il ministro risponde alle accuse sul "lodo salva Lega"

Eleonora Crisafulli
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Roberto Calderoli, accusato dall'Idv di aver mentito al Parlamento, non ci sta. E in una lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini passa al contrattacco. "Caro Presidente, a fronte delle istanze presentate, ritengo che ad aver mentito non sia stato il sottoscritto, ma quanti mi hanno accusato di aver fatto cose diverse da quelle descritte. Diversamente, sono pronto a rassegnare spontaneamente le mie dimissioni, senza bisogno di ricorrere a strumenti di sfiducia. Come Lei ben sa, quando io devo rassegnare le dimissioni le rassegno davvero, come ho già fatto in passato. Non sono mai stato un personaggio accomodante e ho sempre voluto dire la verità, metterla davanti a tutto, sempre, anche se si trattava di una verità scomoda, arrivando anche al punto di dovermi dimettere dalla carica di ministro: una prassi, quella delle dimissioni, non consueta, anzi assolutamente eccezionale, nella storia della Repubblica", ha ricordato il ministro della Semplificazione. Pertanto, ha aggiunto, "posso dichiarare senza timori che tutto quello che ho detto in tutti questi anni e che dico tutt'ora in Parlamento non è nient'altro che la verità, la sola verità, l'unica verità. Così come è capitato anche in questa occasione". Al centro della polemica sollevata da Antonio Di Pietro è l'abrogazione del reato di associazione militare per scopi politici, di cui avrebbero beneficiato 36 leghisti.  L'Italia dei Valori ha denunciato Calderoli alla Procura della Repubblica e ha chiesto le dimissioni con una mozione di sfiducia individuale. "Posso comprendere che l'agone della battaglia politica possa portare a eccessi, come le richieste di dimissioni o di sfiducia che in questo momento piovono a raffica, ma quello che non posso accettare è che si affermi che ho mentito al Parlamento", ha sottolineato il ministro. Oltre a scrivere al presidente della Camera per ribadire la genuinità delle affermazioni fatte in Parlamento, Calderoli avverte chi lo ha accusato: "Pur accettando il clima da contesa politica e gli inevitabili conseguenti eccessi che ne possono derivare, ritengo di dover avvertire che chiunque abbia dichiarato o intenderà dichiarare che io abbia mentito in Parlamento verrà poi chiamato a rispondere in sede giudiziaria di queste affermazioni, proprio perché per me la verità viene prima di tutto e nel corso della mia storia politica l'ho dimostrato tante volte, pur sapendo di andare contro il mio interesse".

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