Lodo, il Colle imparziale Fini: No alla reiterabilità
Il presidente della Repubblica chiarisce il senso della sua lettera al sen. Vizzini. Bersani: "Il Lodo sarà spazzato via dal referendum. Quindi di che stiamo parlando?''
Una polemica inesistente quella sul Lodo Alfano, scatenatasi ieri dopo la pubblicazione della lettera del presidente Giorgio Napolitano al senatore Vizzini. Non è vero che Napolitano è contro il Lodo. Si tratta di mere strumentalizzazioni ad uso e consumo della stampa e di certi schieramenti politici. E visto il polverone che ne è nato, dal Colle hanno deciso di precisare. Il presidente della Repubblica biasima "le soggettive interpretazioni e generalizzazioni" da parte della stampa e di alcuni esponenti politici. E poi precisa "con la lettera inviata al Presidente Vizzini, il Capo dello Stato ha ritenuto di dover manifestare le sue "profonde perplessità" su un punto specifico - tale da incidere sullo status del Presidente della Repubblica - della proposta di legge costituzionale all'esame della prima Commissione del Senato". "Le soggettive interpretazioni e le generalizzazioni del contenuto della lettera apparse in diversi commenti di stampa, così come le conseguenze politiche che taluni annunciano di volerne trarre sono del tutto estranee agli intendimenti del Presidente della Repubblica, sempre volti a favorire con la massima imparzialità la correttezza e la continuità della vita istituzionale". Mentre dal Colle si cerca di stemperare, nel resto del mondo politico la polemica è sempre alta. Oggi due leader del calibro di Fini e D'Alema hanno aperto il fuoco contro lo scudo. Fini contro la reiterabilità - Il Presidente della Camera Gianfranco Fini si schiera ancora contro il Lodo Alfano, in particolar modo contro la sua reiterabilità: "Se la filosofia di questo provvedimento è quella di tutelare una funzione e non di tutelare una persona - ha dichiarato Fini - io non credo che il Lodo possa essere reiterato. Diventerebbe non più tutela della funzione, ma finirebbe per non essere un privilegio garantito ad una persona". Il leader di Futuro e Libertà, dal palco di un workshop sulla legalità organizzato dalle fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei ad Asolo (Treviso), ha poi affermato: "Mi auguro che nel corso del dibattito, prima al Senato e poi la Camera, il Parlamento tenga conto di questo aspetto". Fini ha poi anticipato che senatori e deputati del suo partito presenteranno emendamenti contro questo aspetto del Lodo. Contro la reiterabilità anche Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, che la definisce "un magigno".Massimo D'Alema - Nello stesso workshop di Asolo è presente anche Massimo D'Alema, che non si è risparmiato un commento sul Lodo. "Stiamo slittando verso una forma di presidenzialismo di fatto, non costituzionale e questa è l'insidia più profonda del lodo Alfano", ha detto l'ex Presidente del Consiglio. D'Alema si è detto "d'accordo che il problema più serio del lodo Alfano sia la reiterabilità e questo aspetto richiederà una correzione. Il mondo politico ha preso atto del messaggio del capo dello Stato". D'Alema ha poi proseguito: "Ho un'opinione diversa da Fini dettata dal fatto che vedo una forzatura all'origine del lodo: considerare il presidente del Consiglio un organo costituzionale. Non lo è. L'unico organo costituzionale monocratico è il capo dello Stato". L'ex leader del centrosinistra ha parlato anche della sofferenza dell'attuale esecutivo: "Solo chi non conosce la Costituzione può dire che non è lecito dar vita a un altro governo nel corso della legislatura. E' di tutta evidenza che se un governo va in crisi il capo dello Stato ha il dovere di verificare se se ne può creare un altro. Se la sovranità popolare è la stella polare, la prima forma di espressione è la scelta non solo del premier, ma anche del parlamentare". Su quest'ultimo punto Fini si è mostrato d'accordo: "con la Costituzione vigente", in caso di crisi, "il Presidente della Repubblica ha il diritto dovere di verificare se può nascere un altro governo, chi dice il contrario in qualche modo si pone contro la Costituzione, fuori dalla Costituzione".