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Il Vaticano dice no alll'Onu

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e alla convenzione sui disabili

Albina Perri
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È di nuovo baguarre tra Onu e Vaticano. Dopo il "no" alla depenalizzazione dell'omosessualità, la Santa Sede ora dice "no" al documento sui disabili. Il Vaticano, come già annunciato, non ha voluto infatti firmare la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, in quanto il documento non ha inserito un divieto esplicito nei confronti dell'aborto. Il Vaticano ritiene infatti "tragico che unaimperfezione del feto possa essere una condizione per praticarel'aborto", come riconosce una Convenzione il cui obiettivo è proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioniriguardo all'esercizio dei loro diritti.Ma l'articolo 10 dellaConvenzione, però, prevede espressamente il diritto alla vita per lepersone disabili ed impegna gli Stati a mettere in atto le misureperché questo accada. resta comunque che il "no" annunciato è stato confermato proprio alla vigilia della giornata internazionaledelle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite sul tema"dignità e giustizia per tutti noi". È da notare che il documento 'incriminato' è stato realizzato, durante gli ultimi cinque anni, anche grazie alla collaborazione attiva del Vaticano. La convenzione Onu sui diritti dei disabili, circa 650 milioni nelmondo, entrata in vigore l'8 maggio scorso, è il primo trattato suidiritti umani del terzo millennio ed è stato approvato dall'assembleagenerale dell'Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ailavori per la stesura del testo, durati cinque anni. Per poi nonfirmarlo perchè il documento non ha inserito un divieto esplicito neiconfronti dell'aborto.

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