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Caso Ruby, Berlusconi: "Spazzatura mediatica". 5mila euro a incontro

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La marocchina si difende: "Sono amareggiata, la vicenda è stata manipolata". Fede: "Forse l'ho vista dal Premier". Santanchè: "E' una bufala, non ho mai incontrato George Clooney"

tiziano vanni
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Durante la conferenza stampa ad Acerra sull'emergenza rifiuti, le domande dei giornalisti al premier Silvio Berlusconi si concentrano soprattutto sulla vicenda di Ruby, la ragazza marocchina al centro di un nuovo scandalo che coinvolge anche il Presidente. "Sono qui per occuparmi di spazzatura vera, della spazzatura mediatica lascio a voi di occuparvene - dice il Premier - Sono una persona di cuore e mi muovo sempre per aiutare chi ne ha bisogno". Sono queste le uniche parole con cui il Primo Ministro commenta il caso, tirato fuori dal cilindro per la prima volta, mercoledì scorso, dal Fatto Quotidiano. Prima di dare la sua opinione sulla campagna mediatica che si sta scatenando in queste ore: "Nessun contraddittorio, usiamo il metodo di Annozero - attacca Berlusconi - insulti e accuse a iosa, nessun contradditorio". Nel pomeriggio i cronisti hanno raggiunto Ruby (nella foto, la sua immagine del profilo facebook), la ragazza maghrebina al centro del nuovo scandalo: "Sono amareggiata, la mia verità è stata manipolata", ha detto la giovane. Di lì a poco sono apparse anche le prime foto della ragazza, proprio mentre divampava, sui social network, il tormentone sull'ormai celebre "bunga bunga" (che, secondo "Repubblica", sarebbe il particolare dopo-cena - ancora avvolto nel mistero - organizzato a casa Berlusconi al quale avrebbe partecipato anche Ruby). Emilio Fede - A seguito dell'articolo uscito questa mattina sul quotidiano la Repubblica, dove si parla di un indagine dei Pm di Milano, su un giro di escort e minorenni che avrebbero "animato" le feste a villa San Martino, ad Arcore, e dove ci sarebbe stata una ragazza, di origine marocchina, (all'epoca dei fatti minorenne), chiamata Ruby, che avrebbe raccontato di essere stata presentata da Emilio Fede a Silvio Berlusconi, proprio il direttore del tg di Rete Quattro, rilascia sulla questione alcune dichiarazioni all'Ansa: "Non mi risulta di essere indagato per alcun reato. L'ho appreso stamani leggendo i quotidiani: credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi ma non l'ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio - continua Fede - sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene, ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vedere quelle cene terminare in un modo che si possa definire trasgressivo". In serata ha parlato della vicenda nel suo Tg4 delle 19. Poi ha commentato: "Non ho mai commesso nulla di illecito, e non potrei mai farlo finchè non verrò chiamato lassù. Io sono rispettoso della giustizia ma soprattutto della mia coscienza di uomo e di giornalista". Il direttore delle news di Rete 4 ha proseguito dicendo che anche in questo caso al centro della vicenda c'è una "fuga di notizie", ossia un fenomeno che "rischia di rovinare la dignità delle persone coinvolte in un'indagine dalla quale risultano spesso estranei, e che non avranno modo di ottenere risarcimento morale. E' importante che certa stampa rifletta prima di rivelare cose che non possono essere rivelate, per evitare che chi è indagato lo scopra sui giornali". Fede ha poi concluso affermando di avere rispetto della magistratura. Daniela Santanchè - Sulla vicenda arrivano anche le smentite della Santanchè, tirata in causa sempre sulle colonne di Repubblica, dove viene scritto che Ruby avrebbe partecipato ad una cena ad Arcore, nella villa di Berlusconi, dove presenti c'erano  George Clooney, Elisabetta Canalis e appunto Daniela Santanchè: "Devo dire che sono molto sorpresa che ci siano anche queste due righe in una vicenda che trovo allucinante. Pero, se questi sono i presupposti, perche' li' c'è scritto che avrei partecipato a una cena con George Clooney, dico che io George Clooney non ho mai avuto il piacere di conoscerlo, ne' in Italia ne' nel resto del mondo”. Lo ha dichiarato a Radio 24 Daniela Santanchè, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Santanchè, ai microfoni di Radio 24 smentisce la ricostruzione attribuita alla stessa minorenne marocchina: “Non mi sono mai seduta al tavolo di un ristorante, di un bar, di una casa privata con Clooney, per cui se tanto mi da' tanto, non vorrei che tutto fosse un bufala, perche' nel mio caso lo è e lo dico con forza e con fermezza. Non conosco Clooney, non ho mai partecipato a nessun incontro in cui ci fosse il signor Clooney”. Quanto ai riferimenti espliciti della stampa a festini a sfondo erotico avvenuti nella villa di Arcore, Santanchè ha dichiarato: “Siamo seri; è tutta la vita politica che faccio battaglie in favore delle donne. Questo non mi riguarda". Daniele Capezzone - La vicenda di Ruby domina anche il dibattito politico di oggi. Secondo il portavoce del Popolo della libertà Daniele Capezzone, "è chiaro a tutti che c'è un obiettivo preciso di alcuni ambienti: tenere in costante fibrillazione il governo Berlusconi e la maggioranza, impedire che ci sia anche una sola settimana di lavoro sereno. A questo scopo, tutto fa brodo: gossip, campagne scandalistiche, aggressioni mediatiche, lanci di fango. Gli italiani - prosegue Capezzone - devono sapere che è in gioco molto più di quel che appare: è messo in discussione il loro diritto ad essere governati da chi ha vinto le elezioni. E invece, gli sconfitti nel voto vorrebbero usare la carta dell'aggressione mediatica e giudiziaria come strumento per ribaltare gli esiti elettorali". Nicole Minetti - Il consigliere regionale del Pdl in Lombardia, tirata in ballo nella vicenda da "Repubblica", ha affermato: "Sono rimasta colpita stamani alla lettura dei giornali. E sorpresa, precisa Minetti. Per questo, poiché si fa riferimento al mio nome, ci tengo a precisare che con la signorina Ruby non ho rapporti di amicizia né l'ho mai ospitata in casa mia, com'è stato erroneamente scritto. La conosco come conosco numerose altre persone del mondo televisivo. Ad oggi non mi risulta di essere indagata". Il ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi difende il Premier e dichiara: "Se i governi si dovessero dimettere a ogni telefonata di raccomandazione, nel mondo trionferebbe l'anarchia. Berlusconi è una brava persona, anche se a sinistra non se ne vogliono convincere". Partito democratico - Sceglie l'ironia il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani, che si chiede: "Se Berlusconi ha tanto buon cuore ci saranno migliaia di fermati nelle questure, che fa li lascia abbandonati così?". Donatella Ferranti, capogruppo dei democratici in Commissione Giustizia, domanda: "Il ministro dell'Interno Maroni era stato informato? Era a conoscenza della telefonata di Palazzo Chigi al suo questore di Milano?". Il partito ha chiesto a Berlusconi di riferire in Aula se, "come sembra, è intervenuto su una questura" a favore di un fermato per furto, perché questo "provocherebbe le sue dimissioni". Emanuele Fiano, presidente del forum Sicurezza del partito, ha presentato una interrogazione a Maroni in cui scrive: "La telefonata partita da Palazzo Chigi verso la questura di Milano, per chiedere ai funzionari della questura stessa di rilasciare la ragazza minorenne di nome Ruby, in stato di fermo e in attesa di identificazione, come detta la legge, configurerebbe evidentemente un gravissimo caso di abuso di potere e di clamorosa ingerenza del governo nell'attività della polizia". Grillo: "Mi sono rotto il bunga bunga" - Beppe Grillo sceglie, come sempre, il suo blog per intervenire sulla vicenda: "Posso capire che la stampa sia in agonia, ma anche nel momento estremo del distacco si deve mantenere un minimo di decenza. Almeno trattenere i liquidi", scrive l'ex comico in un post intitolato "Mi sono rotto il bunga bunga". Grillo poi prosegue: "La denuncia del 'bunga bunga' è di sinistra, le inchieste sui misfatti del bilocale di Montecarlo sono di destra. La rottura di palle è del lettore - attacca il leader del Movimento a 5 stelle - E' un dibattersi tra i fili delle proprie parole come mosche nella ragnatela. Sempre le stesse parole".

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