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Ue, Fondo sì, modifiche al trattato forse

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Le proposte Merkel-Sarkozy sono state quasi del tutto accolte. Berlusconi: "È ancora tutto da vedere"

carlotta mariani
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L'asse Merkel-Sarkozy sembra dare i suoi frutti. I 27 capi di Stato e di governo della Ue hanno approvato il progetto di un fondo anticrisi permanente per i Paesi in difficoltà dell'eurozona e hanno dato il via libera alla riforma del patto di stabilità. I leader hanno poi chiesto al presidente Herman Van Rompuy di valutare una modifica del trattato di Lisbona. Entro dicembre, data del prossimo vertice, Van Rompuy dovrà presentare un rapporto sugli eventuali problemi derivati da un cambiamento del trattato e se questo è necessario per creare il fondo fisso di sostegno. Il patto di stabilità avrà regole più severe, come voluto dalla cancelliera tedesca, appoggiata dal presidente francese. L'obiettivo è quello di impedire ai governi europei di mantenere deficit di bilancio e debiti pubblici insostenibili. In questo modo, l'Unione Europea riguadagnerà fiducia nei mercati e non si ripeteranno più crisi come quella greca. Secondo le fonti, una maggior disciplina nei conti pubblici sarebbe stata già adottata sulla base delle indicazioni date a fine settembre dalla task force guidata da Van Rompuy. "Io e Angela siamo particolarmente sodisfatti" ha detto il presidente francese al termine dell'incontro. Niente voto – I capi hanno, per ora, tralasciato la questione della sospensione del diritto di voto per i Paesi non in linea con le regole europee sui conti pubblici. La sanzione politica era stata promossa dalla Merkel ma il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, l'ha ritenuta “inaccetabile e non realistica", perché "incompatibile con lo spirito stesso del trattato Ue". Contributi alla Ue – La questione più discussa è stata quella sull'aumento del 5,9% dei contributi nazionali all'Unione per il 2011. La richiesta del Parlamento non è stata ben accolta da tutti i leader. Undici Paesi (Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Repubblica Ceca, Danimarca, Austria, Finlandia, Slovenia e Estonia) hanno stilato una dichiarazione che dice che non si può andare oltre il 2,91%. , David Cameron ha definito l'incremento “folle in un momento nel quale stiamo prendendo dure misure a livello nazionale per controllare la spesa pubblica”. La posizione è stata fortemente appoggiata dall'asse Merkel-Sarkozy in cambio del sostegno del premier britannico sulla revisione del trattato di Lisbona. Berlusconi - ''Si è deciso di pensare a un eventuale cambiamento del trattato di Lisbona, ma è ancora tutto per aria”. Questo il commento del premier italiano dopo il consiglio europeo. ''Non c'è ancora una soluzione – ha sottolineato Berlusconi - c'è solo un indirizzo nei confronti del Presidente Van Rompuy di lavorare insieme alla commissione per preparare una proposta per la riunione di dicembre''. Sulla questione dei conti pubblici, il presidente del Consiglio ha riferito che “siamo uno stato con debiti, ma le famiglie italiane hanno risparmi. C'é forse una minore propensione al risparmio ma siamo sempre i primi in Europa". Il premier ha precisato che il dibattito continuerà oggi ma per la situazione italiana è tranquillo: “Unendo debito pubblico a finanza privata, considerando bilancia dei pagamenti, riforma delle pensioni, propensione al risparmio degli italiani, la forza del nostro sistema di banche, tutto questo ci fa fare un salto in sù e ci colloca immediatamente dopo la Germania e prima di tutti gli altri paesi europei".

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