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Corona se la cava: 1 anno e 5 mesi

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Colpevole solo per un episodio che riguarda Coco. Lui: "Non sono contento per un cazzo" / GUARDA LE FOTO

Andrea Tempestini
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I giudici della terza Corte d'appello di Milano hanno condannato Fabrizio Corona a 1 anno e 5 mesi di reclusione. La condanna, arrivata nell'ambito del processo sui fotoricatti che hanno colpito alcuni vipo, è stata ridotta rispetto al primo grado, quando Corona prese a 3 anni e 8 mesi. Rispetto alla precedente sentenza, il discusso fotografo è stato condannato per un solo episodio relativo al calciatore Francesco Coco. Corona è stato invece assolto per un altro fatto relativo a Coco e per l'episodio che riguardavail motociclista Melandri. Al momento della lettura della sentenza Corona, subito dopo aver sentito dell'assoluzione parziale, ha sbattuto i pugni sul tavolo. "Non sono contento per un cazzo", ha poi risposto con la solita finezza alle domande dei cronisti che gli chiedevano un commento sulla sentenza. "Ho esultato troppo preso", ha poi giustificato i pugni sbattuti sul tavolo, gesto motivato dal fatto che mentre i giudici leggevano la sentenza avevano escluso alcuni capi d'imputazione. "Alla giustizia non ci credo", ha proseguito. "Bisogna combattere per la propria innocenza ed è solo a quello che bisogna credere. Il caso di Adriano è scandaloso, non sta né in cielo, né in terra. Tutto quello che è stato dichiarato è falso e lo avevamo dimostrato". Corona ha poi ricordato come, "dopo 95 giorni di carcere" nel 2007, quando era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta, il pubblico ministero Frank Di Maio gli avesse proposto di patteggiare la pena. "Mi ha detto che avrei potuto patteggiare un anno ed evitarmene cinque di inferno. Ma se uno è convinto di essere innocente non importa, lotta fino alla fine".  Il legale - "Fabrizio Corona è stato assolto per gli episodi di Coco e Melandri per cui la pena è stata ridotta, vediamo se questo residuo riusciamo a risolverlo in Cassazione. Però onestamente sono soddisfatto". Così l'avvocato di Corona, Giuseppe Lucillo, che ha proseguito: "La corte ha avuto accortezza: un processo così televisivo non era facile, contavo su questo equilibrio da parte della corte".

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