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Eco-summit : l'accordo c'è, manca il resto

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Cancun, vertice sul clima con pochi fatti: "misure contro l'innalzamento delle temperature di 2°". Ma come?

Giulio Bucchi
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E' stato approvato dai capi delle delegazioni dei negoziatori alla conferenza sul clima di Cancun l'accordo di compromesso, nonostante l'opposizione durissima della Bolivia. Dopo due settimane di trattative serrate, le principali potenze hanno detto sì al fondo verde e al riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi. Sulle questioni più serie, però, c'è ancora molto lavoro. Tutto rimandato al prossimo summit. Per l'ok definitivo alle misure prese a Cancun, si dovrà aspettare la sessione plenaria della conferenza dove si aspetta che i ministri dell'Ambiente presenti diano il loro assenso finale. Un ruolo cruciale nelle mediazioni lo ha svolto, dopo 24 ore di negoziazioni, il ministro degli Esteri messicano Patricia Espinosa. "Lei ha ristabilito la fiducia della comunità internazionale nel multilateralismo e nel processo multilaterale in un momento in cui questa era al minimo storico", ha detto il ministro dell'Ambiente indiano Jairam Ramesh. Da Cancun, però, di misure concrete non ne sono uscite. Appurata la necessità di "azioni urgenti" per evitare l'innalzamento delle temperature di due gradi Celsius, non sono stati individuati obiettivi precisi e vincolanti delle riduzione di gas serra. Il testo si limita ad esortare i paesi a "aumentare le proprie ambizioni" e si chiede agli scienziati di verificare se si dovrà abbassare l'obiettivo sulle temperature ad 1,5 gradi, accogliendo gli appelli delle piccole isole che temono di sparire per l'innalzamento degli Oceani. "Parlo a nome di un paese la cui sopravvivenza stessa dipende dal tipo di accordo che raggiungiamo", ha detto il ministro dell'Ambiente delle Maldive, Mohamed Aslam. L'impegno generale è quello di ottenere "al più presto possibile" un nuovo accordo che estenda il protocollo di Kyoto oltre il 2012, anche se il Giappone si oppone con forza ad una mera estensione del protocollo. Un punto riguarda anche misure maggiori di controllo delle azioni da parte delle principali potenze emergenti, vedi la Cina, come era stato chiesto da Usa e Ue.

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