Cerca
Cerca
+

Pensioni, il Pd apre a Brunetta

default_image

"Se concilierà lavoro e figli"

Silvia Tironi
  • a
  • a
  • a

Renato Brunetta è pronto a tirare dritto: “Devo rispondere ad una sentenza della Corte europea”, ha detto oggi il ministro in merito alla proposta di innalzare l'età lavorativa delle donne. “Quindi sulle pensioni non torno indietro: serve la perequazione verso l'alto dell'età pensionabile di maschi e femmine”. Lo ha ribadito nel corso di una intervista lasciata al quotidiano Repubblica nella quale ha attaccato sindacati e quelli che si sono opposti sin dall'inizio alla sua proposta, che fossero appartenenti alla coalizione di centrodestra o dell'opposizione: “Quanta ipocrisia, quanta superficialità, quanta arroganza dai nostri soloni e soloncini di destra e sinistra - attacca il ministro - Ma andate a studiare prima di parlare! Lo dico a D'Alema, a Veltroni, alla Finocchiaro, a Epifani. Lo dico al mio amico Calderoli”. Il quale, secondo Brunetta, “ha risolto tutto con una battuta scherza che non fa onore alla sua genialità. Molto probabilmente vede solo il federalismo e qualsiasi altra cosa lo fa diventare nervoso e gli fa perdere lucidità”. Poi l'affondo a quelli di sinistra che devono avere “il coraggio di dire chiaramente che per loro la donna deve essere l'angelo del focolare. Che deve curare i genitori anziani o i nipotini. Loro vogliono la donna sandwich”. “Lo dica Epifani – ha concluso il ministro della Funzione pubblica – che non legge i dossier, non studia e non si informa. Sia onesto!”. Ma dai banchi dell'opposizione arriva anche un'apertura alla proposta di Brunetta. Lo ha fatto la senatrice Vittoria Franco, ministro ombra delle Pari opportunità, attraverso una lettera: “Noi del Pd sosteniamo le sue proposte sulla equiparazione dell'età pensionabile - scrive Franco - e lei sostiene il nostro progetto che prevede misure per promuovere l'occupazione femminile e favorire la conciliazione fra lavoro, maternità e carriera”. Secondo la senatrice infatti il problema è “proprio la maternità che è ancora un ostacolo all'accesso al mercato del lavoro, alla carriera e alla realizzazione delle donne in un lavoro gratificante”.

Dai blog