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Casini, Fini e Rutelli varano il Polo della nazione: il partito dei perdenti

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Vertice a Roma: con loro Mpa, Libdem, Guzzanti e La Malfa. Reguzzoni (Lega): "Terzo polo? No, tre polli"

Andrea Tempestini
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Non paghi della batosta presa in Aula ieri, i tre del "terzo polo" rilanciano. Insomma, la sconfitta cementa l'alleanza. Nella riunione iniziata pochi minuti fa, Fini, Casini e Rutelli - i grandi sconfitti dal voto di sfiducia - cercano di delineare una strada da seguire.  INDISCREZIONI - Secondo le prime indiscrezioni, la nuova area di responsabilità che i leader potrebbero plasmare prenderebbe il nome di "Polo della nazione". Sotto l'evocativa sigla, oltre a futuristi, Udc e Api, troverebbe riparo anche l'Mpa di Raffaele Lombardo. "IL TERZO POLLO" - Il terzo polo? Il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni ironizza: "Più che terzo polo sono tre polli, visto il risultato" del voto sulla mozione di sfiducia a Berlusconi. "E' una manovra che rimane nel palazzo", ha continuato l'esponente del Carroccio, "e che non ha nessun aggancio con la vita reale. La gente ha bisogno di riforme. Questo governo le deve fare, per cui noi andiamo avanti tranquilli". RUOTA DI SCORTA - Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone è deluso: "Non posso credere che gli uomini più accorti ed esperti di Udc, Api e perfino Fli non abbiano compreso quello che gli italiani hanno già capito da tempo. Un eventuale terzo polo sarebbe solo una stampella, una piccola ruota di scorta (peraltro perdente) della sinistra". IL PDL RILANCIA - Da par suo, il Pdl non sta fermo. Il Cavaliere e i suoi vogliono offrire una nuova prova di forza, un colpo micidiale da sferrare al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Nome in codice, "operazione smottamento". L'obiettivo, prosciugare il bacino parlamentare dei futuristi (delusi) portandone nel Pdl altri cinque o sei. L'operazione, spiegano fonti del Pdl, partirebbe da un elenco già elaborato in via dell'Umiltà. Sono sette deputati e un senatore (Egidio Digilio), anche se pochi ritengono che più di due o tre possano realmente valutare la possibilità di lasciare il Presidente della Camera. Si tratta di Carmine Patarino, Gianfranco Paglia, Luca Bellotti, Francesco Proietti Cosimi, Claudio Barbaro, Andrea Ronchi, Giulia Cosenza. OBIETTIVO, 20 UNITA' - Questi nomi si aggiungerebbero agli ex Fli già usciti dal partito (Souad Sbai, Gianpiero Catone e Angeli). Oltre a Silvano Moffa, Catia Polidori e Maria Grazia Siliquini. Il Cavaliere e i suoi, in totale, vorrebbero arrivare a 20 unità, facendo tornare all'ovile altri parlamentari che, fino all'ultimo, hanno cercato una mediazione.

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