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Manifestanti rilasciati, Maroni: "Non condivido"

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Capo del Viminale in Senato: "Offensivo chi parla di infiltrati. Grazie agil agenti". Scontro Alfano-Anm

Andrea Tempestini
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"Rispetto ma non condivido la decisione dei magistrati". Questo il netto commento rilasciato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in aula al Senato. L'ovvio riferimento è alle scarcerazioni decise giovedì nel processo per direttissima a carico dei manifestanti che martedì 14 dicembre, dopo il voto di sfiducia, hanno devastato Roma. UN APPLAUSO ALLE FORZE DELL'ORDINE - Per il ministro "sono state evitate conseguenze più gravi ed è stata garantita la libertà di espressione di chi voleva manifestare pacificamente". Le forze dell'ordine, secondo Maroni, "hanno dimostrato grande professionalità e, con il loro comportamento, hanno evitato incidenti" ancor più drammatici. Il titolare del Viminale, in Aula, ha colto l'occasione anche per esprimere "vicinanza e solidarietà a chi è rimasto ferito per porre un argine a una guerriglia messa in atto da gruppi violenti animati solo dall'intento di creare incidenti". PARLARE DI INFILTRATI UN'OFFESA - Il ministro, in un colloquio con il Corriere della Sera, ha poi negato che ci fosser infiltrati nel corteo dello scoro martedì. "Senza fare polemiche", ha spiegato il leghista, "spero finisca una strumentalizzazione che offende le forze dell'ordine. Questi metodi si usavano trent'anni fa e sono stati archiviati. Non ci sono infiltarti e non ci sono idranti", ha puntualizzato il ministro: "Questa non è la piazza di Giorgio Masi", ha concluso. ALFANO CONVOCA GLI ISPETTORI - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, dopo la scarcerazione dei violenti scontri avvenuti nella Capiale, ha incaricato l'ispettorato generale di effettuare l'accertamento, urgente, sulla conformità formale e sostanziale alle norme del provvedimento disposto dal Tribunale di Roma. Lo riferisce una nota del dicastero della Giustizia. LA REAZIONE DELL'ANM - L'associazione nazionale magistrati ha subito protestato contro la decisione di Alfano, definendola "un'interferenza indebita". Con un comunicato, il sindacato delle toghe "esprime preoccupazione" per l'iniziativa: "Siamo di fronte a un'indebita interferenza nello svolgimento dell'attività giudiziaria che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli". L'Anm ha poi ribadito la condanna degli episodi di violenza e esprime solidarietà agli appartenenti alle forze dell'ordine feriti. "Ma abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali, di verificare la fondatezza delle accuse e di valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione di misure cautelari, a partire dai fondamentali principi della presunzione di non colpevolezza e di assoluta eccezionalità della custodia in corso di processo". L'Anm conclude: "Sono principi che sovente molti politici ci ricordano in occasione di inchieste che toccano la pubblica amministrazione e che troppo facilmente vengono dimenticati in altre occasioni". CONTROREPLICA DEL GUARDASIGILLI - "Io sto dalla parte dei cittadini", ha spiegato Alfano replicando alle toghe, che invita l'Associazione a "non trincerarsi dietro un sindacalismo esasperato che difende sempre e comunque i magistrati. Il mio dovere è stare dalla parte dei cittadini, anche quando non sono togati. Nessuna interferenza", ha spiegato il ministro. "Faccio il mio dovere tenendo a mente le prerogative che la Costituzione attribuisce al mio dicastero". Ho annunciato", ha concluso Alfano, "che gli ispettori svolgeranno accertamenti. Non ho emesso giudizi preventivi, consapevole come sono delle garanzie di tutti i cittadini"-

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