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Ddl università, voto finale nel pomeriggio

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In Aula, l'ostruzionismo di Pd e Idv, costringe a rimandare i lavori; si chiude oggi alle 16

Andrea Tempestini
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Al Senato ricomincia la sistematica opera di ostruzione messa in scena dalle forze di opposizione, Idv e Democratici in testa. L'aula ha ripreso l'esame, e i senatori delle opposizioni non rinunciano a ricorrere ad ogni appiglio del regolamento pur di riuscire a rallentare ulteriormente l'andamento dei lavori. Morale, la seduta decisiva per l'approvazione della riforma universitaria potrebbe concludersi a tarda notte. INTESA SUL RINVIO A GIOVEDI' - L'eventualità era prevista: se nemmeno nella nottata tra mercoledì e giovedì il ddl fosse stato approvato, era già pronta a essere calendarizzata una nuova seduta giovedì alle 9.30. "Certamente non siamo aiutati nella conclusione dei lavori, ma la maggioranza è solida. Forse con qualche ora di lavoro in più, il provvedimento sarà approvato" aveva comunque provato ad assicurare il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, parlando con i giornalisti al Senato. E infatti, si è deciso di rimandare il voto finale sulla riforma universitaria a giovedì alle 16. Alle 9 ricominceranno i lavori in Aula, mentre le dichiarazioni di voto inizieranno alle 15.30. Mercoledì, invece, i lavori chiudono alle 21. In precedenza il presidente, Renato Schifani, ha convocato la conferenza dei capigruppo dopo che la presidente del gruppo Pd, Anna Finocchiaro, ha proposto di lasciare spazio alla discussione, garantendo il voto finale intorno alle 13 di giovedì. Proposta apprezzata da Schifani, fatta propria dal capogruppo Idv Felice Belisario, e su cui hanno già dato parere favorevole il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e quello Udc Giampiero D'Alia. PROVVEDIMENTO STORICO" - La riforma dell'università "è un provvedimento storico, che archivia definitivamente il '68 e archivia la sinistra che non vuole riformare il Paese" ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenendo telefonicamente ad un convegno degli Studenti per le libertà organizzato a Napoli.  LA PAROLA A TUTTI I SENATORI - Tra gli escamotage, la richiesta del voto elettronico e della verifica del numero legale. Ma soprattutto la richiesta di interventi in dissenso dal proprio gruppo: il regolamento, infatti, non pone limiti a questo tipo di interventi. In termini pratici, ogni senatore può chiedere la parola per esprimere il proprio dissenso con il proprio gruppo, parlando per almeno uno o due minuti. Facile capire che, sommando gli interventi personali che si susseguono senza soluzione di continuità, il tempo perduto è destinato a lievitare senza fine. SCHIFANI, "SEDUTA NOTTURNA" - "Le opposizioni fanno legittimamente ostruzionismo. Il Senato proseguirà i lavori ad oltranza. Questa sera seduta notturna fino a mezzantotte. Domani votazioni no stop. Spero di approvare definitivamente il ddl entro domani sera". Questi i telegrafici commenti rilasciati nella mattinata di mercoledì in riferimento al ddl università del presidente del Senato, Renato Schifani. Poi l'augurio: spero che "non ci siano momenti di tensione in Aula, perché il clima nel Paese è estremamente teso". LA DISCUSSIONI RICOMINCIA - Ovvio il malumore e la tensione nei banchi della maggioranza, anche se il presidente di turno, Domenico Nania (nella foto)-  a differenza di quanto fatto ieri dalla vicepresidente dell'Aula, Rosy Mauro - continua a presiedere con calma e serenità. La seduta, interrotta in mattinata, è ripresa alle 16 di mercoledì pomeriggio.

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