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Napolitano e i giovani: vota il sondaggio

Il discorso del presidente della Repubblica: "Riforme, serve coraggio fuori dal frastuono dei tatticismi" / COSA NE PENSI?

Giulio Bucchi
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Il futuro dell'Italia e della sua democrazia è riposto nei giovani. E' questo il messaggio più forte e 'politico' del discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia : ed è in scacco la democrazia". Parole che si ricollegano idealmente alla questione della riforma dell'Università, anche perché pochi giorni fa il presidente ha accolto al Quirinale una delegazione di studenti proprio per ascoltare le ragioni del loro malcontento. CONFRONTO COSTRUTTIVO - A governo e parlamento Napolitano chiede "uno spirito di condivisione delle sfide" perché è "in giuoco la dignità, la moralità la capacità di offrire un riferimento e una guida". Nei 20 minuti di appello al Paese c'è anche l'invito ai cittadini di partecipare alla politica: "Potete animarla e rinnovarla". Dito puntato soprattutto contro il debito pubblico, che graverà maggiormente sui giovani:  "Non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni future", sarebbe "una colpa storica e morale". L'agenda del presidente prevede una "profonda riforma fiscale" nel segno della giustizia e dell'equità, da ottenere attraverso "un confronto serio, costruttivo responsabile fra le forze politiche e sociali, fuori dall'abituale frastuono e da ogni calcolo tattico". Le linee da seguire sono il controllo della spesa pubblica, una crescita economica e sociale "più sostenuta" e più investimenti "nella ricerca". COESIONE SOCIALE - Capitolo Fiat: Napolitano, non la cita, ma il messaggio all'azienda del Lingotot e ai recenti accordi di Mirafiori e Pomigliano è chiaro: bisogna coniugare "l'indispensabile elevamento della produttività" e un confronto "costruttivo". Proprio la competitività è la maggiore sfida per il Paese. La si può vincere solo superando "ritardi ed evidenti fragilità, nodi riconducibili a riforme finora mancate". Riforme per cui "ci vuole "coraggio politico e sociale", unico strumento contro il malessere, le disuguaglianze sociali, l'impoverimento degli operai e dei ceti medi e la piaga della disoccupazione che da tre anni cresce "sotto l'urto della crisi globale". DIVARIO NORD SUD - Inevitabile per il presidente, napoletano di nascita, un riferimento alla situazione del Sud Italia, con un milione di disoccupati e un tasso a livello giovanile del 35,2%. Problemi risolvibili solo se affrontati: "Dobbiamo guardarli in faccia, e renderci conto del mondo in cui viviamo. Dobbiamo capire la crisi e le sue origini". Lo scenario della crisi è "tuttora ambiguo" ma il tratro in cui si può risorgere, per il presidente, è sempre quello dell'Europa, superando "l'illusione dell'autosufficienza" e cercando maggiore integrazione. Anche qui, però, bisogna dimenticare il passato e smettere di sognare "un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato". Il federalismo fiscale è benvenuto, a patto che venga attuato "in piena aderenza ai principi di solidarietà e coesione sociale e sanando la ferita del divario Nord-Sud, che si va aggravando". Un appello ancora più attuale vista la situazione di Napoli: "Ognuno faccia la sua parte, nello spirito di un impegno comune".

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