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Bossi: "Cimici in casa" Aperta un'inchiesta

Il Senatùr: "Dispositivi al Ministero e nella casa di Roma". Aperto fascicolo contro ignoti. Gemonio: non confermati i fermi

domenico d'alessandro
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Una cimice nell'ufficio al Ministero, altre nell'appartamento romano. Umberto Bossi sarebbe stato spiato. Mentre i due fermi per gli ordigni fatti esplodere a Gemonio, davanti alla sede della Lega Nord e a una manciata di metri dall'abitazione del Santùr, non sono stati confermati: i due sospetti tornano a piede libero. LE CIMICI - Un inzio d'anno intenso per il Senatùr. Ma lo notizia che fa più scalpore è quella delle cimici: la denuncia giunge dallo stesso titolare del Dicastero delle Riforme, che ha raccontato del ritrovamento degli apparecchi ai giornalisti, mentre si trova in vacanza con la famiglia a Ponte di Legno. Il leader del Carroccio ha affermato di aver trovato le cimici "un paio di mesi fa" e di non aver voluto sporgere denuncia, nonostante abbia informato dell'inquietante episodio il ministro dell'Interno - nonché storico amico - Roberto Maroni.   FASCICOLO CONTRO IGNOTI - La procura di Roma, è trapelato nel pomeriggio di lunedì, ha aperto un fascicolo contro ignoti in merito alle dichiarazioni del ministro. Il primo atto del procuratore, Giovanni Ferrare, è stato quello di acquisiregli articoli di stampa apparsi sui portali di informazione. GEMONIO, SCARCERATI I SOSPETTI - Intanto, il giovane fermato con l'accusa di aver partecipato, con due grossi petardi, ai danneggiamenti della sede della Lega Nord di Gemonio (in provincia di Varese) verrà rilasciato nel pomeriggio di lunedì. Per Marco Previato, di 21 anni, è stata disposta la scarcerazioen immediata. La notizia è trapelata a conclusione dell'interrogatorio di convalida del fermo da parte del gip. Previati era accusato di violazione della legge sulle armi perché, durante una perquisizione nella sua casa, è stata rinvenuta della polvere chimica (compatibile con quella dell'esplosione, seppur molto comune) oltra a un coltello e una pistola elettrica. Nella vicenda, oltre all'arrestato, erano stati coinvolti altri due giovani: i tre sono ritenuti vicini ad ambienti antagonisti di matrice anarchcia. Bossi, nei giorni scorsi, aveva dichiarato: "Mandare in galera i responsabili del gesto non serve a nulla. Li faremo venire, come punizione, a mettere a posto la sede". "ILLEGITTIMO L'ARRESTO" - Per il gip di Varese, Giuseppe Battarino, era "illegittimo" l'arresto in flagranza di reato del giovane Marco Previati. A quanto si è appreso, il giudice ritiene che quantità e qualità del materiale pirico trovato in possesso di Previati non fossero tali da giustificare l'arresto in base ai criteri di legge. Fonti investigative, spiegando che la mancata convalida sarebbe da attribuire a un' "interpretazione tecnica della legge", ribadiscono tuttavia che il quadro accusatorio nei confronti di Previati è "intatto" e vi sarebbero "indizi convergenti" tali da ipotizzare un suo coinvolgimento nella vicenda. "TROPPA GENTE SAPEVA" - Tornando al tentativo di spionaggio subito dal Senatùr, si è appreso che una cimice è stata rinvenuta nella sede del Ministero in largo Chigi, a Roma, mentre altre sono state ritrovate nell'appartamento della Capitale dove risiede, vicino Porta Pia. Bossi ha chiesto di effettuare alcuni controlli dopo aver notato che, secondo quanto lui stesso ha raccontato, "troppa gente sapeva cose che avevo detto solo alla mia segretaria". E così "abbiamo deciso di chiamare i privati per la bonifica - ha proseguito il ministro - perchè non volevo fare casino: io sono uno che tende a minimizzare. Però abbiamo avvisato Maroni". Il Senatùr ha poi spiegato: "Non c'è alcuna inchiesta, perchè non ho fatto denuncia. Tanto l'inchiesta non avrebbe trovato niente". Da parte sua, inoltre, nessuna ipotesi su chi avrebbe potuto piazzare le cimici: "Come si fa a saperlo? Sono scemi, sì, ma non del tutto". Ai giornalisti che gli hanno chiesto se sono state rinvenute delle cimici anche nell'abitazione di Gemonio, Bossi ha risposto: "No, lì ho un fucile da caccia e una rivoltella". "FEDERALISMO O VOTO" -  I cronisti, infine, gli hanno chiesto anche commenti sulla situazione politica. Così è tornato a spingere sul federalismo, i cui decreti "devono passare la prossima settimana perché abbiamo gente, qui al Nord, un po' incazzata, anche con me". E' una misura fondamentale, tanto che "o passa il federalismo o si va a votare. Sono d'accordo con Roberto Calderoli che non possiamo farci prendere per il sedere per troppo tempo - ha detto - Il federalismo va fatto, il tempo delle chiacchiere è finito". Poi, un attacco al presidente della Camera Gianfranco Fini: "Siamo rimasti senza numeri per colpa sua", ha detto il leader del Carroccio. "IL BAUSCIONE BERLUSCONI" - Secondo Bossi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è "un pò 'bauscione', è un milanese, però è una brava persona, è generoso, non è cattivo come lo dipingono. Per Berlusconi è stato un anno difficile con quello che gli è capitato in famiglia - ha aggiunto riferendosi alla separazione tra il premier e la moglie Veronica Lario - sono stato contento di aver incontrato i suoi figli e le sue figlie, quando sono andato con mio figlio Renzo ad Arcore di recente".

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