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Addio a Miotto: "Generoso cuore d'alpino"

Cerimonia privata a Thiene per il militare morto in Afghanistan. Giallo sulla bandiera "sbianchettata"

Giulio Bucchi
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"Un generoso cuore d'alpino". Così ha ricordato Matteo Miotto monsignor Livio Destro, vicario del vescovo di Padova, nell'omelia dei funerali per il giovane militare ucciso giovedì in Afghanistan. "Con il suo ottimismo - ha proseguito monsignor Destro - Matteo aveva contagiato i suoi compagni in quella terra ferita. Era il suo stile di vita che aveva ereditato dal nonno". La cerimonia è al Duomo della cittadina veneta, in cui Miotto era nato 24 anni fa, per le esquie in forma privata. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa e quello delle Riforme Umberto Bossi hanno annunciato la loro presenza alla tumulazione della salma nel cimitero della cittadina vicentina, nell'area dedicata ai caduti in guerra. A Thiene serrande abbassate in segno di lutto e due maxischermi per permettere ai cittadini di seguire le cerimonie. Nelle scorse ore la salma del ragazzo era stata trasferita da Roma (dove ieri si sono svolti i funerali solenni) alla camera ardente allestita nel Comune veneto. In mattinata è stato un flusso ininterrotto di commilitoni e gente comune, che hanno sfilato davanti alla bara del militare avvolta nel tricolore.  Intanto è ancora un piccolo giallo la foto di Miotto a bordo di un carrarmato in Afghanistan. Come pubblicato oggi da Libero, la fotografia 'ufficiale' vede l'alpino mostrare una bandiera italiana, mentre quella originale presenta al centro lo stemma sabaudo. Non è ancora chiaro chi e perché abbia sbianchettato ed eliminato il simbolo "scomodo".

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