Cerca
Cerca
+

Tremonti tiene la guardia alta: "La crisi non è finita"

Il ministro: "C'è sempre mostro più forte". La stoccata: "Alcuni Paesi hanno salvato speculazione"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

"La crisi non è finita". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti lancia l'allarme e scaccia i facili ottimismi sul 2011. Intervenendo alla conferenza 'Nuovo mondo, nuovo capitalismo' a Parigi, riferendosi complessivamente alla situazione internazionale, Tremonti ha spiegato: "E' come vivere in un videogame. Vedi un mostro, lo combatti, lo vinci, sei rilassato. E invece ne compare un altro, più forte del primo". E rivolto alla platea, ha aggiunto sibillino: "Adesso diciamo che tutto va bene. Ma siamo sicuri?". EUROPA ED EUROBOND - Poi, citando lo storico primo ministro britannico Winston Churchill, ha esclamato: "Che l'Europa risorga. Se si guarda al futuro geopolitico è evidente che la competizione è tra continenti".  Per Tremonti serve un nuovo slancio unitario: "La crisi ha mantenuto i confini politici ma non ha mantenuto i confini economici e il rischio è senza confini". E' ora di superare la preoccupazione per i soli debiti pubblici dei Paesi membri. Occorre più impegno a sostegno dei privati. E sugli Eurobond, idea proposta recentemente insieme al presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, Tremonti ha precisato: "E' una questione politica, non una questione tecnica". Quanto alle preoccupazioni emerse nel dibattito sulle obbligazioni continentali, Tremonti ha ricordato che "nessun paese in Europa sta facendo deficit spending, anzi tutti stanno facendo l'opposto", ovvero lavorano per ridurre i deficit nazionali. STOCCATA AGLI USA - Alcuni Paesi "hanno salvato le banche e con esse la speculazione", il risultato "è che siamo tornati quasi al punto di partenza", ha sottolineato Tremonti a margine del convegno. Una vera e propria stoccata, il cui riferimento è facile da rintracciare: in Europa l'Irlande, mentre al di là dell'Oceano quegli Stati Uniti che, dopo aver dissanguato le casse statali, non riescono a rimettere in sesto la loro economia. Il titolare del dicastero di via XX Settembre ha precisato che quello da lui citatno "non è il caso dell'Italia, dove per fortuna il denaro pubblico non è stato usato, o solo in minima parte e in via di restituzione per le banche".   CALDEROLI E IL MINISTRO - Intanto su Libero in edicola oggi (giovedì 6 gennaio), il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli sminuisce le voci di possibili tensioni tra Pdl e Lega: "Qualcuno cerca di creare fessure nella maggioranza. Ci hanno provato anche con Bossi e Berlusconi, ma non c'è trippa per gatti". Per alcuni commentatori, l'uomo che la Lega vorrebbe al posto del premier sarebbe proprio Tremonti: "Sono caz-za-te - scandisce il ministro del Carroccio - Abbiamo un presidente del Consiglio e un grande ministro dell'Economia. E qualcuno vuole farli litigare".

Dai blog