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Riforme, Quirinale fiducioso

Ma i partiti iniziano a litigare

Silvia Tironi
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Napolitano è fiducioso. I partiti gli fanno nuovamente sapere che si può fare. Ma all'orizzonte c'è già qualche piccola crepa nel fronte del dialogo mentre si susseguono commenti al discorso di fine anno tenuto dal capo dello Stato. Da Napoli il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha infatti dichiarato di aver fiducia “che il messaggio di fine anno per una convergenza sulle riforme possa essere raccolto”. E non solo “da tutte le componenti politiche”, ma anche “da tutte le componenti della società”. Allora ecco nuovamente l'auspicio per un “impegno collettivo” con il sostegno di una “forte mobilitazione collettiva”. Perfino dalla Lega arrivano dosi di ottimismo: “Il presidente Napolitano ha fiducia sulla convergenza sulle riforme e anche noi ne abbiamo”, ha dichiaro il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che ha fatto riferimento anche ad un colloquio telefonico con il leader leghista Umberto Bossi: “Ci ho parlato proprio ieri sera e lui si è mostrato assolutamente fiducioso sulla possibilità di portare a casa il federalismo. Noi abbiamo sempre seguito l'indirizzo di Napolitano e, a vedere dai commenti al suo discorso, sembra proprio che il clima sia quello giusto”. Con un avvertimento: che alle parole seguano i fatti. Meno diplomatico il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: “Sulle riforme non servono inutili riti, ma discussioni su testi presentati in Parlamento. Cominceremo nei prossimi giorni con il federalismo fiscale al Senato. Proseguiremo con la giustizia. Mentre sulla riforma della Costituzione il gruppo del Pdl al Senato presenterà una propria proposta”. “Tutti hanno detto tutto – ha proseguito -. E' tempo di decidere, nel confronto, non escludendo convergenze ma non sacrificando le decisioni a tentazioni consociative. Possiamo arrivare sul federalismo alla approvazione delle prime norme già in questa prima fase dell'anno e aver completato il rinnovamento della Costituzione entro il 2010”. Una tabella di marcia che non è piaciuta a Giorgio Merlo, deputato del Pd e vice presidente della Vigilanza Rai: “Malgrado l'autorevole e saggio messaggio del capo dello Stato, l'onorevole Gasparri, con la consueta delicatezza, ha già cancellato dall'orizzonte ogni ipotesi di dialogo e di convergenza politica sulle riforme necessarie da fare per il nostro Paese”. Merlo è convinto che “come da copione, questo pezzo della destra, peraltro consistente, ha tenuto in considerazione l'appello del presidente della Repubblica per appena 24 ore. Per il Pd, invece, seppur nel rispetto dei ruoli, il messaggio del capo dello Stato è l'unica via da seguire per ridare slancio e vigore alla nostra democrazia”. Il vice capogruppo del Pd alla Camera, Marina Sereni, rimane in attesa: “Staremo a vedere cosa accadrà alla ripresa dei lavori parlamentari. In questi primi mesi di legislatura abbiamo avuto dei segnali contrastanti da governo e maggioranza. Da un lato ci chiedevano il dialogo e poi abbiamo ricevuto molti insulti”.

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