Cerca
Cerca
+

Berlusconi choc: "C'è un disegno per farmi fuori"

Scandalo di Arcore, Berlusconi: "Dai pm una guerra politica". Dubbi su servizi deviati: "Stanno cercando di eliminarmi" / VOTA

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

"Il caso Ruby è solo fango, non mi dimetto". Così lunedì, poco dopo pranzo, Silvio Berlusconi avrebbe commentato così quanto emerso dagli atti della Procura di Milano sul caso Ruby. Il premier non ha telefonato al Quirinale, come scritto oggi da qualche quotidiano, ma ha ribadito con le persone a lui vicine la sua estraneità ai fatti e la convinzione che dai magistrati si sia scatenata una battaglia non giudiziaria, ma politica. E Napolitano avrebbe confermato la sua preoccupazione per una vicenda che rischia di mettere in ginocchio non tanto una persona (il Cavaliere) o una maggioranza (quella di centrodestra), quanto un intero Paese. COMPLOTTO DEI SERVIZI - Anche perché, per ora, di alternative non se ne vedono. Lo ha confermato lo stesso Berlusconi, che ieri sera si è intrattenuto con un gruppo di imprenditori a Villa Gernetto, in una cena a sfondo economico e diventata poi occasione di sfogo. Il premier avrebbe parlato di "incoraggiamenti" e "manine" date agli inquirenti da parte di servizi segreti deviati: insomma, un complotto. Caso Ruby, servizi segreti, pentiti di mafia. Berlusconi sotto tiro: è un complotto? Vota il sondaggio. GUERRA DELLA MAGISTRATURA - Lo stesso Cavaliere ha parlato di "guerra" della magistratura contro la presidenza del Consiglio. "Stanno cercando di eliminarmi con una violenza inaudita, che non ha precedenti, che non appartiene a uno Stato di diritto", si è confidato coi suoi. E poi un pensiero alle ragazze coinvolte nelle indagini: "E' un'indecenza, una roba fuori dal mondo, ci sono ragazze che sono madri di famiglia, che hanno dei figli, sono soltanto brave ragazze, chiamarle in quel modo dimostra che siamo allo scontro finale". LE PROSPETTIVE -  Logico pensare alle reazioni, preoccupate, del Pdl. Cicchitto ieri ha 'aperto' alla possibilità del voto anticipato, qualcunaltro ha paventato l'ipotesi di dimissioni di Berlusconi, con l'arrivo a Palazzo Chigi di Gianni Letta o Angelino Alfano e l'allargamento della maggioranza a Casini e Fini. Il premier, però, avrebbe smentito ancora una volta ogni tentazione di cedere la mano: "O si va avanti con me, oppure si va al voto". Molto peserà la volontà della Lega (che per ora tace) e il giudizio del Vaticano (ancora in silenzio). Oggi Berlusconi sarà a Roma, e non cambierà gli impegni già in agenda. A pranzo si incontrerà il presidente della Repubblica di Slovenia, Danilo Turk, a Villa Madama. LA PAROLA DEL QUIRINALE - In mattinata, intanto, è arrivata direttamente dal Quirinale la smentita della presunta telefonata tra Giorgio Napolitano e Berlusconi. In una nota, il presidente della Repubblica di dice "ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica" per le "gravi ipotesi di reato" avanzate dalla Procura milanese nei confronti del premier. "Senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche che possano essere compiute dal presidente del Consiglio", si legge nella nota, Napolitano "auspica che nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative". Il Quirinale, inoltre, ha smentito di aver ricevuto o tantomeno letto le carte ufficiali inviate dai pm alla Giunta della Camera per le autorizzazioni a procedere.

Dai blog