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L'accusa chiede di ridurre la pena a Cuffaro

Il pg: "Per l'ex governatore della Sicilia vanno escluse aggravanti di favoreggiamento a Cosa Nostra"

Andrea Tempestini
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Ridurre la pena dell'ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, condannato in appello a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell'ambito del processo talpe alla Dda. È questa la richiesta del sostituto procuratore generale Giovanni Galati ai giudici della seconda Sezione penale. ESCLUDERE LE AGGRAVANTI - Il pg ha sostenuto che devono essere esclusse le aggravanti che avevano fatto crescere la pena di Cuffaro dagli iniziali cinque anni a sette. Secondo la Procura deve essere annullata l'aggravante che era stata inflitta lo scorso 23 gennaio dalla Corte di Appello di Palermo a Totò Cuffaro circa il favoreggiamento nei confronti di Mimmo Miceli e di Guttaduro. Rimarrebbe così in piedi il reato di favoreggiamento, che risale al 2001, nei confronti di Aiello, reato senza aggravanti e che cadrà in prescrizione ad aprile. Se quindi la suprema Corte accoglierà le richieste della pubblica accusa, la Corta d'Appello di Palemro dovrà rideterminare notevolmente al ribasso la pena nei confronti del senatore Cuffaro. "BATTAGLIA FINO ALLA FINE" - "Siamo parzialmente soddisfatti della requisitoria del Pg della Cassazione Galati", così l'avvocato Nino Mormino, che difende in Cassazione l'ex governatore della Sicilia. "Noi daremo battaglia fino alla fine con tutti i nostri motivi di ricorso, non solo su quelli relativi all'aggravante mafiosa: ma il giudizio del Pg, che ha ritenuti inesistente il favoreggiamento a Cosa Nostra, è già un bel risultato".

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