Stop alle toghe: atti tornano in procura
Caso Ruby, vota la giunta per le autorizzazioni a procedere: i fascicoli ripassino a Milano. Accolta mozione Pdl
La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha votato per la restituzione al tribunale di Milano degli atti sul caso Ruby. La decisione è stata presa con 11 voti favorevoli e 8 contrari. La proposta ora dovrà passare l'esame dell'Aula, che si dovrà esprimere con voto palese sul rinvio delle carte: serve una maggioranza di 316, due voti in più di quelli raccolti dalla maggioranza contro il voto di sfiducia dello scorso 14 dicembre. LA COMPETENZA - E' stata così approvata la mozione del Pdl con cui veniva chiesta all giunta di solleveare il conflitto di attribuzione nel caso Ruby. Durante i lavori, l'esponente del Pdl Maurizio Paniz ha sottolineato come la competenza sull'inchiesta non possa essere del tribunale di Milano, bensì del tribunale dei ministri, poiché Silvio Berlusconi ha agito per ragioni istituzionali quando si è mosso per Ruby Rubacuori. Quando fu fermata dalla questura di Milano, si pensava infatti che Karima El Mahroug fosse la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. La circostanza è stata confermata da Ruby stessa nei memoriali difensivi raccolti dai legali del premier, Nicolò Ghedini e Piero Longo. "DIBATTITO VERO" - La decisione della Giunta per le autorizzazioni della Camera sul rinvio degli atti del Ruby-gate al Tribunale di Milano "è frutto di un confronto e di un dibattito vero", ha spiegato il relatore Pdl, Antonio Leone. "Non c'è stata alcuna smentita della mia prima relazione", ha sottolineato, "alla fine si è deciso di restituire gli atti essendoci una forte possibilità che il reato sia di competenza del Tribunale dei Ministri. Nella relazione sono rimaste le considerazioni sul fumus persecutionis, ma non tocca a noi stabilire se Berlusconi è colpevole o innocente". "NESSUN PASSO INDIETRO" - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine della riunione tenuta giovedì pomeriggio a Palazzo Grazioli, ha ribadito la sua linea, che non prevede "nessun passo indietro". Anche la difesa è chiara: il Pdl ritiene che anche nelle nuove carte trapelate dall procura non ci sia nulla "di penalmente rilevante".