Egitto, Mubarak: "A settembre non mi ricandido"
Vincono i due milioni in piazza, che però vogliono subito le dimissioni. El Baradei: "Bia entro venerdì". Twitter e Google insieme per i manifestanti
L'opposizione mette alle corde il regime di Mubarak, che fa un passo indietro: "Non mi ricandiderò" alle elezioni del prossimo settembre. Per le strade del Cairo, sarebbero scese in piazza due milioni di persone. Alcune fonti riferiscono numeri inferiori, ma la mobilitazione è imponente. L'ex premio Nobel Mohamed El Baradei ha affermato che il dialogo sarà possibile soltanto dopo un passo indietro del presidente Mubarak: lo deve fare, così El Baradei, entro venerdì. MUBARAK PARLA IN TV - Come anticipato dalla televisione Al Arabiya, il presidente egiziano Hosni Mubarak nella serata di martedì ha annunciato che non si ricandiderà alle prossime elezioni. La gioranta del Raìs si è chiusa con l'atteso discorso alla nazione, trasmesso in diretta dalla televisione egiziana: il presidente ha risposto alla richiesta di dimissioni invocata dalla marea umana che si era riversata nelle piazze delle principali città. "Voglio concludere il mio lvaoro per l'Egitto, il mio Paese, presentandolo al prossimo governo, quello che verrà dopo di me", ha dichiarato Mubarak. "Voglio dire chiaramente che nei prossimi mesi, quelli che rimangono", ha continuato, " lavorerò sodo per approntare tutte le misure necessarie per un trasferimento di potere pacifico e sicuro a chi sarà scelto dal popolo". IL SUGGERIMENTO DI EL-BARADEI - Da El Baradei arriva un duro avvertimento nei confronti di Hosni Mubarak. Se il presidente egiziano "vuole salvare la pelle, è meglio che lasci subito" L''ex diplomatico dell'Aiea lo ha detto in un'intervista al quotidiano britannico The Independent. "La gente per strada non dice che Mubarak dovrebbe andare via - ha proseguito il premio Nobel -. Dicono che dovrebbe essere messo sotto processo". Ecco perchè, ha proseguito, se il rais "vuole salvarsi la pelle, è meglio che lasci". Commentando i timori trapelati in questi giorni circa una possibile svolta islamista in Egitto, sul modello della rivoluzione khomeinista, e sul conseguente deterioramento dei rapporti con Israele, El Baradei li ha bocciati come "una vera finzione". TEHERAN CONTRO IL RAIS - Un duro colpo a Mubarak arriva anche dall'Iran, che ha dichiarato di sostenere il movimento d'opposizione: "Le proteste e i movimenti popolari nei paesi del Nord Africa, tra cui l'Egitto, dimostrano che è necessario riorganizzare la regione eliminando le leggi dittatoriali - ha affermato il ministro degli Esteri di Teheran, Ali Akbar Salehi -. E' finita l'era del controllo della regione da parte delle potenze arroganti (l'Occidente, ndr), la gente sta provando a decidere da sola il proprio destino". Dall'Iran, poi, una critica alla "ingerenza" degli Stati Uniti negli avvenimenti egiziani: "Le sorelle e i fratelli egiziani - ha concluso Salehi - non continueranno a tollerare i crimini dei sionisti". RIMPATRI E NUOVO GOVERNO - Intanto dal Paese continua la fuga dei cittadini stranieri dalle località turistiche, dei dipendenti di aziende straniere ma anche della popolazione impaurita. Soltanto oggi, sono arrivati a Roma 80 italiani. In ogni caso, il capo dell'Unità di crisi della Farnesina Fabrizio Romano sottolinea che "l'emergenza è tutt'altro che finita. La situazione rimane fluida. Abbiamo rinforzato il presidio dell'ambasciata all'aeroporto, ma ribadiamo prudenza e allo stato attuale sconsigliamo di andare in Egitto". Per quel che riguarda l'evoluzione dell'assetto politico, lunedì Mubarak ha annunciato la composizione di un nuovo governo, in cui è stato sostituito il ministro degli Interni, Habib el-Adli, uno dei più contestati dai manifestanti. I Fratelli Musulmani, la più influente forza d'opposizione, ha bocciato il nuovo esecutivo e ha chiesto alla gente di insistere con le manifestazioni "perché tutto il regime, presidente, partiti, ministri e parlamento, lascino il potere". IL RUOLO DEL WEB - In aiuto dei manifestanti continuano la loro azione le piattaforme internet Googel e Twitter, che hanno deciso di collaborare per mettere in piedi un sistema che permetta di inviare messaggi sui siti di microblogging per telefono, senza la necessità di una connessione internet.