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Enrico Letta (Pd): "Sì al confronto, ma non con Silvio"

Intervista di Belpietro al vicesegretario democrat. "Patrimoniale? Deprime economia. Non faremo errori di Bertinotti"

Andrea Tempestini
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L'intervista al vicesegretario del Partito Democratico, Enrico Letta, di Maurizio Belpietro. Il colloquio è stato trasmesso nel programma Mattino 5. L'intervista inzia dalla proposta del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, all'opposizione: "Lavorare insieme in Parlamento per il rilancio dell'economia". Letta allora ci spiega perché avete deciso di dire che questa offerta del premier è fuori tempo massimo? Ci sono due motivi. Sono due anni che noi diciamo e chiediamo, in Parlamento come in tutti i luoghi possibili immaginabili, di fare qualcosa insieme sulla crisi, il governo dica e accetti che c'è una crisi per affrontare insieme i problemi. Berlusconi ha sempre ripetuto in questi due anni che tutto andava bene e che non bisogna fare i catastrofisti. Oggi abbiamo visto i dati sulla disoccupazione che è arrivata al 30 per cento. Il secondo motivo è che noi non diciamo no al confronto, diciamo però che il confronto deve avvenire4 con un governo che abbia voglia di andare avanti, e crediamo che non sia questo governo. berlusconi secondo noi ha finito la benzina, ha perso pezzi, e la maggioranza non ha i numeri per governare, come noi non abbiamo i numerio per sfiduciarla. Ma nel sistema italiano così non si governa. Quindi diciamo molto semplicemente sì al confronto, con Berlusconi, ma in campagna elettorale. Si vada al voto, i cittadini siano liberi di scegliere da quale governo vogliono essere governati, visto che c'è los tallo e sono due mesi che il Parlamento non approva più niente. Oppure se la maggioranza vuole continuare l'unico modo che ha per farlo è cambiare premier e cercare con un altro primo ministro di andare avanti. Voi però avete cercato di sfiduciare questo presidente del Consiglio e non ci siete riusciti. Non è che potete scegliere il premier che gradite. Quindi non è meglio forse discutere con quello che c'è? Sa, il motivo è semplice. L'opposizione per mestiere deve cercare di sfiduciare la maggioranza. Ma il punto credo sia un altro: questa maggioranza con questo premier è ferma, sono due mesi che il Parlamento non approva niente e il governo stesso di fatto non ha fatto nulla. L'unica norma importante approvata in questi due mesi, sicuramente significativa, era in Parlamento da un anno e mezzo, la legge sull'università. Ma come possiamo immaginare che la crisi, questo 30% di disoccupazione giovanile, si affronta semplicemnte dicendo agli italiani "ognuno faccia per sè perché il governo e il parlamento sono fermi". Quindi noi diciamo non parliamo di altro, non buttiamo la palla in calcio d'angolo. Andiamo a quello che è il corpo elettorale, è la sovranità popolare quella che decide. Quindi lei dice "andiamo a votare". Ma quale sarebbe il candidato del Pd, del centrosinistra? Lo decideremo insieme agli alleati, io credo che faremo una coalzione larga, la più larga possibile, e insieme decideremo il candidato premier. Non sarebbe meglio deciderlo subito per presentarlo agli elettori? Io penso che sia giusto. Prima si fa questo e meglio è. Lei suggerisce primarie immediate? No, io suggerisco che rapidamente sciogliamo tutti i nodi della coalizione, e presentiamo agli italiani una coalzione larga e scegliamo insieme il candidato premier. Quello che a me colpisce di questa vicenda è proprio il fatto che dentro la stessa maggioranza solo la Lega, timidamente, dice "ma come si fa ad andare avanti così?". Dentro al partito di Berlusconi sono tutti fermi, ma sottobanco ti dicono "non si può andare avanti così". Io credo che al Paese questo non faccia bene. Gli italiani che ci stanno seguendo non satnno a pensare alle diatribe della politica, ma pensano che o c'è una cura shock per dare lavoro ai nostri giovani, oppure non si opuò continuare con un giovane su tre che passa il tempio tra i 20 e i 30 anni a casa con i genitori. Dentro alla sinistra si discute di una tassa patrimoniale per diminuire il debito pubblico. E' una proposta di tutto il Pd o solo di alcuni esponenti democratici? Non è una protosta del partito. Nell'ultima assemblea nazionale abbiamo addirittura votato, mille persone, un documento sulle proposte economiche che non prevede la patrimoniale perché il tema dell'Italia è la crescita che non c'è. Se non si da la possibilità di creare posti di lavoro e di far sì che chi vuole fare l'imprenditore o l'artigiano abbia più facilità a farlo, l'Italia non cresce e quindi il debito non si riesce ad abbatterlo. Misure depressive come sarebbe la patrimoniale, a mio avviso, a nostro avviso perché abbiamo formalizzato questa scelta, non avrebbero quest'obiettivo. Quindi sbagliano Amato, Ichino e quelli del Pd che sostengono la patrimoniale? Sono tesi legittime, esposte anche da economisti ed esponenti di scuole economiche e politiche, ma credo che abbia quest'aspetto depressivo. E lo dico: non ci provi Berlusconi a fare il bis del 2006, abbiamo imparato. Nel 2006, Berlusconi invece di parlare del bilancio dei cinque anni di governo in campagna elettorale, fece la campagna elettorale sulle proposte di Bertinotti, ovviamente depressive, perché quella sinsitra li propone cose depressive per l'economia, e recuperò quel tanto di voti necessario quasi a impattare le elezioni. Quindi, noi abbiamo davanti l'esempio del 2006. Lo dico a tutti: non ripetiamolo.

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