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Ruby, la Camera con Silvio: gli atti tornano a Milano

Ok da Montecitorio con 315 sì e 298 no: faldoni in Procura, competenza è del Tribunale dei ministri. Bufera su Barbareschi: si astiene

domenico d'alessandro
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Con 315 "sì" e 298 "no" la Camera ha deciso per la restituzione degli atti del caso Ruby alla procura di Milano. La competenza è del Tribunale dei ministri. Il voto è una nuova conferma della solidità della maggioranza, che tiene con un ampio margine grazie ai voti di Pdl, Lega e Responsabili. Contrari i democratici, l'Idv e il Terzo Polo. Si è astenuto il futurista Luca Barbareschi. I 315 voti a favore della maggioranza erano quelli previsti: ai 314 ottenuti al voto di fiducia del 14 dicembre, si è aggiunto quello di Silvano Moffa. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al centro dell'inchiesta, non ha partecipato al voto. BOSSI: "BUONI NUMERI" - Attesissimo un commento di Umberto Bossi, scottato dalla bocciatura del federalismo municipale arrivato della Commissione. "Per adesso si va avanti", ha dichiarato ai giornalisti al termine della consultazione alla Camera. "I numeri sono buoni", ha aggiunto il Senatùr. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha poi confermato la convocazione al vertice a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri che affronterà il tema del federalismo. Il Cdm, riferisce una nota di Palazzo Chigi, è convocato per le 19.30. LA COMPETENZA - Si è concluso così il secondo atto di una giornata cruciale per il governo: prima il voto terminato con un pareggio sul federalismo in "bicameralina", poi la Camera si è espressa sulla richiesta di perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli, il ragioniere del premier Silvio Berlusconi. L'Aula ha respinto la richiesta dei pm di cercare prove per il "Ruby gate" nell'abitazione dell'uomo di fiducia del Cavaliere, riconoscendo così la competenza del Tribunale dei Ministri e accogliendo la proposta della Giunta per le autorizzazioni di restituire gli atti del caso alle toghe milanesi, ritenute "incompetenti". "GIALLO" BARBARESCHI - L'unico astenuto nella votazione alla Camera è stato il deputato di Futuro e Libertà, Luca Barabareschi, che sembra sempre più vicino a lasciare la pattuglia di Gianfranco Fini. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, chiude però subito la porta: "Ha fatto bene ad astenersi, ma non lo vogliamo con noi". Successivamente, il collega di Barbareschi in Fli, Fabio Granata, ha dichiarato che "Luca si è astenuto per errore: subito dopo il voto si è avvicinato al banco della rpesidenza e ha fatto mettere a verbale che è stato un errore. Avrebbe votato no. E io penso che abbia sbagliato realmente, perché nessuno gli ha imposto di andare a rettificare. Lo ha fatto da solo. A rendere sempre meno chiara la situazione, è arrivata la dichiarazione del diretto interessato, Luca Barbareschi: "Sia chiaro che io ho votato con Fli, è agli atti, basta guardare i resoconti stenografici. Il problema della mia apperente astensione è dovuto solo a un contatto elettrico nel pulsante di voto". Quindi, ha concluso, "mi raccomando, andate a guardarvi lo stenografico".   IL DIBATTITO - L'Aula ha così sposato la linea della Giunta per le autorizzazioni a procedere, che la scorsa settimana aveva respinto gli atti del caso Ruby, ritenendo competente, come sempre sostenuto dal premier, il Tribunale dei Ministri. Oggi alla Camera, alle 15 era iniziato l'infuocato dibattito, tra letture di stralci delle intercettazioni recitate da esponenti dell'Idv e l'accorata difesa del Pdl. Secondo le previsioni, il voto dovrebbe sposare le tesi della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Con Berlusconi si potrebbero schierare 317 deputati, a conferma che la maggioranza del governo è assolutamente salda. LE FOTO - Per quel che riguarda gli atti di indagine, sulla stampa è trapelata la voce che i faldoni conterrebbero alcune "foto imbarazzanti" scattate durante le cene nell'abitazione privata del Presidente del Consiglio. Nel primo pomeriggio il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati ha commentato le indiscrezion: "Le foto che abbiamo visto per il momento sono assolutamente irrilevanti ai fini dell'inchiesta, sono foto innocenti". Bruti Liberati ha poi assicurato che, autorizzando le intercettazioni, la Procura è stata "attenta ai soldi dei contribuenti": i "bersagli" sarebbero stati una quarantina, e sarebbero stati spesi non più di 26mila euro.

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