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Laborioso o lazzarone: il doppio Veneto come l'Italia

Aziende, sacrifici e ricostruzione da una parte, tangenti e furberie dall'altra: la metamorfosi del 'mulo' / IL DIBATTITO

Giulio Bucchi
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Veneto, Italia? Forse sì, forse no. Laborioso e lazzarone, onesto e furbetto, di fatto la Regione più fieramente leghista pare essersi uniformata al (mal)costume nazionale. Al Palazzo della Regione di Rovigo 115 impiegati se ne andavano al supermecato o al bar durante l'orario d'ufficio e per questo denunciati per truffa. E ancora: falsi invalidi a Treviso, gli appalti truccati a Venezia, tra tangenti e cene equivoche. Secondo Francesco Specchia, il Veneto si starebbe "terronizzando", in una corsa tra scorciatoie, poltrone e poltronerie: "Il mulo veneto, stufo di tirar el careto, s'è fatto furbo". Un po' quello che ha scritto, sempre su Libero, Matteo Mion. "Perché mai alla Provincia di Venezia devono continuare ad essere più efficienti e meno ladri che nelle altre"?. Insomma, una forma di disubbidienza civile dettata da 50 anni di sacrifici, testa bassa e, non appena qualcuno tra la Lugana e le Dolomiti ha provato ad alzare la voce, pure insulti di becero razzismo. "Stuprati, mazziati e cornificati dalla sanguisuga Italia che li mungeva a dismisura, hanno sempre fatto finta di niente e tirato il carretto nazionale a suon di gettito Irpef". Tutto questo senza che nessuno, nel resto d'Italia, abbia mai neppure sentito il bisogno di chiedere scusa ai veneti per il loro silenzioso impegno. "L'Italia - scrive Mion - era fatta e bisognava fare gli italiani: eccoli qua. Anche gli ultimi più caproni e testardi hanno ceduto". Rimane però un dubbio: e se qualcuno, al posto di tirare il sasso contro chi sbaglia, riuscisse a dare lo stesso rilievo a chi, pochi mesi fa, si è vistro travolgere casa e azienda dalle piogge torrenziali e si è messo a ricostruire tutto con le proprie mani, tirandosi su le maniche?

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