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La firma del tumore è nel sangue: diagnosi con 2 anni di anticipo

La scoperta, frutto di 5 anni di lavoro, è dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Superata la tac spirale?

Andrea Tempestini
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E' una vera rivoluzione copernicana quella intrapresa dai ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: superare la dipendenza dalla Tac spirale – il più avanzato sistema di screening radiologico oggi a disposizione – cercando direttamente nel sangue le “firme” genetiche del tumore al polmone. Un cambio di prospettiva che promette di riuscire a prevedere la formazione del cancro fino a due anni prima che esso diventi visibile con la Tac spirale, valutando nello stesso tempo il suo grado di aggressività. Il tutto con un semplice prelievo di sangue. La scoperta, frutto di 5 anni di lavoro dell'équipe guidata da Gabriella Sozzi e Ugo Pastorino, rispettivamente responsabile della struttura di Genomica e del dipartimento di Chirurgia toracica dell'Istituto, ha meritato la recentissima pubblicazione sul Pnas, il giornale dell'Accademia delle Scienze americana, e si è giovata del supporto economico dell'Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), oltre che del contributo di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Fondazione Zegna. Alla base di tutto c'è la scelta precisa di abbandonare la strada della diagnosi radiologica – che si limita a certificare la presenza di un tumore, seppur in fase embrionale – per quella legata alla biologia molecolare, cioè al funzionamento o malfunzionamento dei processi interni al nostro organismo. «Siamo al giro di boa – ha spiegato il dottor Pastorino – dopo 15 anni di studio del sangue alla ricerca dei marcatori dei tumori». I ricercatori dell'Istituto hanno individuato 24 MicroRna, ovvero 24 molecole che circolano nel sangue responsabili dell'alterazione dei processi biologici alla base dei tumori polmonari: in pratica gli “interruttori” che innescano la malattia. In un paziente in cui la malattia non è stata ancora diagnosticata, 15 di questi Rna dicono se il soggetto rischia di andare incontro a un cancro polmonare; mentre gli altri 9 Rna svelano l'eventuale grado di aggressività del tumore. Invece da un prelievo di sangue effettuato su un paziente che ha già sviluppato il tumore, ma ancora non lo sa, 13 Rna segnalano la malattia in corso – senza che si renda necessaria la Tac -, e gli altri 11 ne stabiliscono l'aggressività. Il prossimo passo sarà la sperimentazione sulle persone: entro l'estate verranno reclutati tra i 1000 e i 2000 volontari, altamente a rischio perché forti fumatori, da monitorare per i successivi cinque per anni con l'obiettivo di sapere se i soggetti con diagnosi precoce (prima dei due anni) positiva alla fine svilupperanno davvero il tumore. Se questo metodo diagnostico fosse confermato, le ricadute positive su vasta scala sarebbero innumerevoli. Dal punto di vista meramente economico, un esame del genere costerebbe dai 50 ai 100 euro al massimo, con la possibilità per il Sistema Sanitario Nazionale di estenderlo a milioni di soggetti, cosa che per una Tac spirale – cinque volte più onerosa e infinitamente più invasiva in termini di esposizione a radiazioni dannose - è attualmente impossibile. Inoltre riuscire a “tracciare” la mappa genetica del tumore – e in prospettiva di tutti i tumori solidi più diffusi, come quello alla prostata e alla mammella –, individuando i soggetti potenzialmente a rischio, consente di pensare alla possibilità non così remota di un vaccino contro il cancro. di Edoardo Cavadini

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