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Morte bimbi Rom, la Cei: "E' colpa della società"

La Conferenza episcopale: "Paese più solidale". Alemanno sugli sgomberi: "Settimana prossima il piano"

Andrea Tempestini
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Si torna a parlare della morte di quattro bambini rom a Roma nell'incendio della loro baracca. Questa volta esprime il suo pensiero la Commissione Cei per le migrazioni e la Fondazione Migrantes, che ugualmente fa capo ai vescovi italiani. Le associazioni "raccolgono" la domanda del Papa, Benedetto XVI: "Una società più solidale non avrebbe dovuto esvitare questa tragedia?". "ROM COME UNA MINORANZA" - "Il dramma, ultimo e ripetuto, di morti soprattutto di minori, di senza dimora immigrati nei campi e nelle strade di alcuni quartieri periferici e centrali delle città italiane - si legge in una nota diffusa oggi - ripropone l'impegno di una Chiesa fraterna, che sappia costruire percorsi, gesti e segni di solidarietà, ma soprattutto ripensare la politica e la città a partire dagli ultimi, dai piccoli, con forme di tutela quali il riconoscimento alla nascita della cittadinanza italiana. Oggi spesso sono le minoranze, famiglie numerose e persone, che chiedono protezione sociale, perchè immigrate nel nostro Paese dopo le recenti guerre balcaniche". LA RISPOSTA DI ALEMANNO - Una risposta all Cei è arrivata dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Quello della Cei è un appello rivolto a tutta la città, perché per risolvere questo problema non bastano le istituzioni ma serve uno sforzo comune. Noi faremo la nostra parte e ci uniremo a questo appello". Quanto alle misure di emergenza per procedere allo sgombero di tutti i microcampi abusivi della città, Alemanno ha spiegato: "La settimana prossima daremo un quadro complessivo".

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