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Milleproroghe, dalla Camera netto sì a Governo

Voto maxiemendamento: 309 favorevoli, 287 contrari. A Montecitorio anche il Premier. Sabato testo al Senato

Andrea Tempestini
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Il travagliato cammino del Milleproroghe, in una giornata decisiva, supera il primo scoglio. Il voto di fiducia alla Camera chiesto dal governo sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto leggo (nel quale vengono accolti parte dei rilievi sollevati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano) ha avuto il via libera. I voti a favore sono stati 309, quelli contrari 287.  Anche il premier, Silvio Berlusconi, è giunto a Montecitorio per esprimere il suo voto. Alle 14 sono previste le dichiarazioni sul voto finale sul provvedimento che è atteso al Senato sabato. La Commissione Bilancio di Palazzo Madama è stata convocata per le 18. Il gruppo dei Responsabili aveva incontrato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e aveva annunciato che avrebbe votato 'sì' alla fiducia. Inizialmente l'unico del gruppo a tentennare era l'ex Idv Domenico Scilipoti, ma dopo il colloquio tra Tremonti, Sardelli, Belcastro e Gianni, si è appreso che i Responsabili avrebbero votato compatti. Giorgio La Malfa, deputato del Pri, aveva chiuso invece la porta alla fiducia: "In un quadro di sostanziale paralisi delle Camere e con una maggioranza che non c'è più e una situazione che intorno a noi è drammatica, arriva un provveddimento pasticciato come il Milleproroghe, sul quale viene messa la fiducia perché la maggioranza è in dissoluzione. I repubblicani", aveva concluso , "voteranno no". LA RADIOGRAFIA DEL VOTO - Sono stati trentaquattro i deputati che non hanno partecipato oggi al voto di fiducia alla Camera. A favore del governo si sono espressi 209 deputati, ma mancavano 7 esponenti del Pdl, due della Lega e il 'responsabile' Maurizio Grassano. Se tutti e dieci avessero votato, l'esecutivo avrebbe avuto una maggioranza di almeno 319 voti. Cinque le assenze nelle file di Fli: Giulia Bongiorno, Giulia Cosenza, Aldo Di Biagio, Francesco Divella e Enzo Raisi. Cinque le assenze anche nel Pd: non c'era Giovanna Melandri e non hanno partecipato, per gravi motivi di salute, neppure Margherita Mastromauro, Anna Rossomando e Mauro Fedi, Pasquale Ciriello. Tre gli assenti nell'Udc: Pietro Marcazzan, Ricardo Antonio Merlo e Domenico Zinzi.   Non hanno votato i due deputati dei Liberal democratici.  Daniela Melchiorre era assente, mentre Italo Tanoni non ha partecipato al voto. Nel Pdl, non hanno votato Giancarlo Abelli, Giuseppe Angeli e Luigi Muro. In missione i ministri Mara Carfagna e Franco Frattini, e il sottosegretario Stefano Saglia. Due le assenze nella Lega. Oltre al ministro Roberto Maroni, in missione, non c'era Giacomo Chiappori. Tra i 28 responsabili c'è stata solo una defezione, quella di Maurizio Grassano. Non hanno votato i due esponenti delle minoranze linguistiche, Sigfried Brugger (in missione) e Karl Zeller (assente). Non era alla Camera Ferdinando Latteri dell'Mpa, mentre i suoi colleghi di gruppo hanno votato contro la fiducia. Tre le assenze nell'Idv. Il capogruppo, Massimo Donadi, era in missione. Assente invece Gabriele Cimadoro. E, a sorpresa, non ha votato neppure Antonio Di Pietro: mentre i deputati sfilavano per pronunciarsi, il leader dell'Idv è andato in sala stampa per le dichiarazioni alle televisioni e quando è rientrato in Aula le due 'chiamè erano già finite. Di Pietro ha protestato, ma il presidente di turno Rocco Buttiglione ha chiarito di avere più volte, prima di chiudere la votazione, chiesto se vi fossero altri parlamentari che dovevano votare.

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