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Un'udienza al giorno toglie Silvio di torno

Pm stakanovisti: "Ruby, corsia preferenziale. La parte lesa è minorenne: Berlusconi in aula tutti i giorni possibili"

Andrea Tempestini
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Per il Caso Ruby ci sarà una corsia preferenziale. Parola della magistratura di Milano, che spiega: "L'affollamento delle udienze che riguardano Silvio Berlusconi non penalizzerà l'ultimo arrivato tra i porcessi, quello sul caso Ruby". Lo hanno affermato fonti della Procura di Milano, in relazione all'incontro avvenuto venerdì tra il presidente del Tribunale, Livia Pomodoro, e Niccolò Ghedini, uno dei legali del Presidente del Consiglio. I due si sono incontrati proprio per discutere del fitto calendario giudiziario del premier. "Da parte nostra", hanno spiegato dalla Procura, "non ci sono problemi a svolgere le udienze in tutti i giorni in cui Berlusconi è libero da legittimi impedimenti". A chi chiedeva se l'affollamento processuale potesse penalizzare il caso Ruby, al quarto piano del Palazzo di Giustizia si è fatto notare che non avverrà. "Il processo Ruby", hanno sottolineato le toghe, "avverrà col rito immediato, e la parte lesa è una minorenne. Il che comporta una corsia preferenziale" spianata da una porcura di stakanovisti. IL CALENDARIO - Domani (sabato, ndr) intanto riprenderà l'udienza preliminare del processo Mediatrade, in cui il Presidente del Consiglio è accusato di frode fiscale e appropriazione indebita. Quasi sicuramente l'udienza verrà rinviata poiché il legale di Pier Silvio Berlusconi, anche lui imputato, non ha ricevuto la notifica della fissazione dell'udienza. Il prossimo venerdì, l'11 marzo, riprenderà il processo Mills. Il 6 aprile, infine, è in calendario la prima udienza per il cosiddetto Caso Ruby. LA CASSAZIONE - A complicare il quadro, si è però inserita una sentenza della Cassazione presa giovedì sera. Secondo la Suprema Corte, è il giudice ordinario che stabilisce se il reato abbia natura ministeriale e, nel caso la ministerialità venisse esclusa, non è obbligato ad informare la Camera di appartenenza del ministro imputato. La decisione è della VI sezione penale della corte di Cassazione, e riguarda l'ex Guardasigilli, Clemente Mastella. Nell'udienza si è deciso che spetta al giudice ordinario stabilire la natura ministeriale o meno del reato. Questa la questione esaminata dalla Suprema Corte, chiamata a stabilire "se è abnorme, e quindi ricorribile per Cassazione, l'ordinanza con cui il gup, sulla eccezione di incompetenza funzionale sollevata dall'imputato, che all'epoca dei fatti svolgeva funzioni di ministro e che per questo invoca la competenza del collegio per i reati ministeriali - collegio mai precedentemente investito - non abbia, esclusa la natura ministeriale dei reati, informato di tale decisione la camera di appartenenza dell'interessato". La soluzione adottata dagli alti giudici è la seguente: "Negativa, in quanto rientra nelle attribuzioni dell'autorità giudiziaria verificare i presupposti della propria competenza e non è prescritto, nell'ipotesi in esame, alcun dovere di informativa alla Camera di appartenenza dell'interessato".

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