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De Vita: "Benzina, aumento prezzi non colpa nostra"

Belpietro intervista il presidente dell'Unione petrolifera: "Le scorte sono intoccabili, serve permesso dell'Unione Europea"

Andrea Tempestini
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Luned' la benzina ha ritoccato il record storico: alla pompa, la verde costava 1,61 euro per litro. Un aumento che, nonostante la crisi libica, sembra sproporzionato. Ne La Telefonata di Mattino 5, il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ne parla con il Presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita. Ci vuole spiegare cosa succede? Perché il prezzo della benzina è schizzato così? Quello che sta accadendo in Libia non è indifferente per il mercato petrolifero, ma non perché può creare problemi di approvigionamento, che non ci sono. Ma perché sul mercato delle materie prime in generale, vige la norma che quando succede qualcosa di preoccupante in una parte del mondo, i primi a risentirne sono i prezzi. Quindi non è un aumento dei prezzi dovuto al fatto che c'è una domanda molto forte e un'offerta debole. Le circostanze creano un ulteriore intervento di tutti gli operatori finanziari e fondi sovrani che operano sul mercato delle materie prime che è l'occasione buona per aumentare i prezzi. Questa è la realtà. La produzione della Libia è importante ma non importantissima. Perché dunque ci sono questi effetti sul prezzo del greggio? Io le faccio questo quesito. Spesso e volentieri, le oscillazioni in borsa, sono dovute al fatto che una società specializzata abbia dato per esempio la notizia che l'occupazione negli Usa è aumentata o diminuita del 2 per cento. Il giorno dopo un'altra società dà la notizia opposta. Il primo giorno la Borsa scende, quello dopo sale. Purtroppo anche per quel che riguarda il greggio siamo in mano ad operatori che nulla hanno a che vedere con il petrolifero. Si è creato un mercato che non è specifico dell'energia, ma di una materia prima. Però mi deve spiegare perché deve influire sul prezzo alla pompa questo andamento del mercato? Quelli sono gli approvvigionamenti che arriveranno fra settimane, mesi, non ora. La benzina venduta è già stata raffinata ed arriva al consumatore. Attenzione, se lei si riferisce alle scorte che hanno le aziende, ne hanno per 90 giorni. Ma queste sono scorte d'obbligo, che per legge non possono essere toccate, se non in momento di crisi e guerra e dopo l'autorizzazione europea. Quando invece parliamo del corrente, tra il momento in cui la nave che porta il petrolio attracca, e il momento in cui la benzina entra nel serbatoio della macchina passano otto, nove giorni. Non ci sono scorte vendibili. Ma il prezzo del barile è cresciuto in questi giorni ed ha toccato il massimo ieri. Come fa a toccare i massimi anche la benzina? Tocca il massimo eprché tutti i prezzi dei mercati interni sono fatti sui listini internazionali. C'è un sistema per cui in una certa ora della giornata si rilevano prezzi e transazioni, e quelli sono i prezzi del giorno a cui tutti si riferiscono. Non scende quasi mai il prezzo della benzina, De Vita. Faccio l'avvocato del diavolo: nel 2008 il barile arrivò a 147 dollari, ieri a 105. Com'è possibile che la benzina abbia raggiunto il massimo rispetto al 2008? Ci sono due elementi che concorrono a formare il prezzo interno della benzina: quanti dollari servono per comprare il barile e quanto costa il dollaro. Allora l'euro valeva 1,59 dollari, oggi 1,39 centesimi. La differenza sul prezzo finale è questa. Ma il dollaro è vero che si è apprezzato, ma non così tanto da far crescere in maniera significativa il prezzo della benzina alla pompa. No, questi sono numeri. Ma ci spiega perché la benzina non scenda mai? Nemmeno quando scende tanto il prezzo del barile... Se non fosse scesa mai a quest'ora saremmo a 3 euro, perché ora dopo tutti gli aumenti degli ultimi giorni è arrivata al prezzo di allora. Si vede che da allora era scesa.

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