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Le firme del Pd pataccaro e contento: "10 milioni chiedono dimissioni del Cav"

Rosy Bindi, a Palazzo Chigi, consegna le adesioni per mandare a casa Berlusconi. Che siano false, non importa...

Giulio Bucchi
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"Dieci milioni di firme contro Berlusconi: alle amministrative si trasformeranno in voti per il Pd e saranno molte di più...". Rosy Bindi non teme la scaramanzia e dopo aver consegnato a Palazzo Chigi, nelle mani del sottosegretario Gianni Letta, lo scatolone con il frutto della tormentata petizione democratica anti-Cav si lancia in proclami di vittoria. Guarda il video di Rosy Bindi a Palazzo Chigi su LiberoTv. La campagna 'Berlusconi dimettiti', più che calorosa partecipazione, ha raccolto scetticismi e critiche per il pressapochismo con cui è stata condotta. Basti pensare a quanto fatto emergere da Libero e Giornale: delle firme online, una buona parte potrebbero essere state 'falsificate', visto che non c'era alcun sistema di garanzia che certificasse l'effettiva nominalità ed esistenza dei firmatari. Potevano firmare anche Topolino e Stalin, come è effettivamente (e goliardicamente) accaduto. Eppure il segretario Pier Luigi Bersani ha fatto orecchie da mercante preferendo attaccare la stampa di destra, accusata di aver 'creato un caso'. Libero e Giornale hanno semplicemente mostrato la falla, e anche le successive dichiarazioni del Pd ("Filtreremo le liste") non convincono: senza alcuna autenticazione della firma, un 'Topolino' vale tanto quanto un 'Paolo Rossi' verosimile ma inventato, cioè poco o nulla. 8 MARZO DELUDENTE - Poco importa ai democratici, che oggi hanno provato a portare in piazza le donne per festeggiare un 8 marzo anti-Silvio. Scarso il successo di pubblico, ma alla Bindi l'evento è servito comunque da banchetto elettorale contro il premier: "Abbiamo dimostrato non solo la sua incapacità di governare ma anche la violazione della dignità delle donne. Avrebbe dovuto già dimettersi visto che, in altri Paesi, basta copiare qualche capitolo della tesi di laurea per lasciare l'incarico....". E Bersani ha rincarato: "Berlusconi ci ha portato a pensare che la mercificazione della donna sia uno spazio della sua libertà. Bisogna reagire a questo veleno che rischia di distruggere gli anticorpi morali di questo Paese". E sulla raccolta firma: "Questo non è moralismo, non è giustizialismo ma civismo. E' serietà nella conduzione della cosa pubblica, dignità della cosa pubblica". La petizione del Pd "è la mimosa che vogliamo consegnare agli italiani, il più bel regalo al nostro Paese". Che la corsa sia esclusivamente sul Cavaliere, lo dimostra un altro passaggiod ell'arringa del segretario Pd: "Non ci aspettiamo che Berlusconi rassegni le dimissioni nelle mani di Rosy Bindi che gli porterà le firme per le dimissioni. Sarebbe un regalino mica da poco. Se lui ha resistenza, ha il fisico, ha la tenuta, noi gli diciamo che abbiamo più tenuta e grinta di lui e resisteremo un minuto in più di lui". Ironico il commento di Fabrizio Cicchitto, capogruppo dei deputati Pdl: "Vediamo che Bersani continua nella linea mussoliniana dei 10 milioni di firme che sono il corrispettivo dei 10 milioni di baionette di latta. L'operazione va valutata da parte nostra positivamente perchè contribuisce a coprire ulteriormente la sinistra di ridicolo".

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