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Benedetto XVI: "Gesù non fu un rivoluzionario"

Papa Ratzinger nel suo nuovo libro: "Cristo separò fede e politica. Risurrezione? Fatto storico credibile"

Giulio Bucchi
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La resurrezione di Gesù è un "fenomeno storicamente credibile", e la figura di Cristo non incarna "teologie politiche e rivouzionarie". Sono alcuni dei concetti espressi da Papa Benedetto XVI nel suo nuovo libro "Gesù di Nararet. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione", pubblicato oggi. Il volume di Papa Ratzinger farà ancora discutere. Da un lato, per esempio, il Santo Padre torna sulla questione della risurrezione polemizzando con i positivisti: l'evento non fu un semplice risveglio da una morte apparente, la risurrezione è avvalorata da da testimonianze dirette, credibili, raccolte da fonti la cui affidabilità è verificabile. "Ci viene detto che esiste un'ulteriore dimensione rispetto a quelle che finora conosciamo. Ciò sta forse in contrasto con la scienza? (…) Se Dio esiste non può Egli creare anche una dimensione nuova della realtà umana?". MIRACOLO - Un evento che ha generato dubbi e perplessità tra gli stessi credenti. Ma è proprio questo che dà credibilità al 'miracolo', definito "sconcertante": "Solo un avvenimento reale di qualità radicalmente nuova era in grado di rendere possibile l'annuncio apostolico. (…) Nella sua audacia e novità, esso prende vita dalla forza impetuosa di un avvenimento che nessuno aveva ideato e che andava al di là di ogni immaginazione". RIVOLUZIONARIO - Papa Benedetto XVI reagisce anche alle tesi nate negli anni Sessanta che vorebbero un Gesù promotore di impulsi teologici e politici  rivoluzionari. Secondo tali teorie Gesù, spiega Papa Ratzinger, sarebbe da collocarsi lungo la linea del "movimento degli zeloti",   cioè di coloro che "difendono il diritto e la libertà di Israele   per mezzo della violenza". Al contrario, spiega il Papa, Gesù "lotta   contro una politicizzazione della fede".

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