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Giovanardi: "Più fondi a famiglia o lascerò delega"

Lo sfogo del sottosegretario: "In tre anni meno 90% dei fondi. Dimissioni? Non c'è nulla da lasciare"

Privitera Andrea
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Sarebbe a rischio la delega di Carlo Giovanrdi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con incarico anche sulla famaglia. A dirlo, in discorso al premier Silvio Berlusconi, è stato lo stesso Giovanardi: "In tre anni siamo passati da 300 milioni di euro a 25, non riusciamo nemmeno a fronteggiare le spese obbligatorie. Così il Dipartimento viene dimezzato. E' chiaramente un problema politico, e dunque mi aspetto dal presidente del Consiglio una risposta politica".  MANCANZA DI FONDI - Il cardine del problema risale alla "decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni. Così certamente non possiamo andare più avanti", avverte Giovanardi. Il sottosegretario però ci tiene a precisare che "non è un problema di dimissioni, perchè non c'è più nulla da cui dimettersi. I 20 milioni che rimangono al dipartimento della Famiglia dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E' una - si sfoga - situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perchè sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là". LE REAZIONI - "Giovanardi ha ragione, sulla famiglia il governo gioca il suo Dna valoriale e sicuramente il premier richiamerà la sua attenzione su questo allarme onesto e forte". Così in una nota il ministro Gianfranco Rotondi. Più aspro invece il giudizio di Leoluca Orlando (Italia dei valori): "Dopo la cultura, adesso la famiglia: il governo cade a pezzi e fa a pezzi il Paese. Le famiglie italiane", ha continuato Orlando "non si sono accorte dell'esistenza di Giovanardi o dell'esistenza di un esecutivo che si occupasse di loro, perchè sono state continuamente mortificate da Berlusconi che ne ha fatto scempio, sia sotto il profilo economico che morale".

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