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Caso Yara, Procura sommersa dai dubbi Ma il pm pensa allo show anti-Cavaliere

In conferenza stampa il procuratore Meroni usa i disegni sulla giustizia del premier per contestare la riforma / FOTO

domenico d'alessandro
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Le foto di Berlusconi che mostra, tramite un disegno, come vuole riformare la Giustizia italiana sono state riprese da tutta la stampa nazionale. Martedì, invece, il sostituto procuratore di Bergamo Massimo Meroni - che si sta occupando del caso di Yara Gambirasio - ha espresso i propri dubbi sulla riforma usando la stessa "arma" del Premier, un disegno. Berlusconi aveva mostrato i piatti di una bilancia allo stesso livello: ecco come dovrebbe essere una giustizia sana, senza la "dittatura" dei pubblici ministeri, con i cittadini e i giudici sullo stesso piano. Meroni, invece, ha proposto una bilancia "sbilanciata", con i cittadini da una parte e giudici e pm dall'altra, per fare più peso. "L'ho riattualizzato al caso di Yara - ha detto - e pende dalla parte di magistrati e giudici perché loro sono quelli che scoprono chi commette i reati e rappresentano le vittime. Dall'altra ci sono i cittadini e tra di loro anche i presunti colpevoli". Insomma, la bilancia pende dalla parte di pm e Yara, la vittima, e "se il processo iniziasse oggi quindi - secondo il procuratore - la magistratura che rappresenta Yara avrebbe più peso rispetto al cittadino-assassino". SOLO UN ANNO FA... - Ma, attenzione, non è una frecciatina alla riforma della Giustizia presentata dal Cav. Eppure lo avevamo pensato. Alla luce anche del fatto che Meroni non è nuovo a queste uscite "sorprendenti". Già un anno fa, all'inizio del 2010, c'erano state scintille tra il pm (a quei tempi al lavoro a Milano) e l'avvocato del premier Niccolò Ghedini. Meroni aveva parlato anche di "accompagnamento coattivo" del legale che non voleva presentarsi come teste nell'inchiesta circa la telefonata fra Fassino e Consorte sulla scalata Unipol. Per la cronaca, la richiesta fu revocata dalla stessa procura milanese, ma l'avvocato presentò un'interrogazione al ministro della Giustizia Angelino Alfano, chiedendogli di inviare in procura, a Milano, degli ispettori per i "comportamenti inqualificabili" di Meroni. E no, quella odierna non è assolutamente una frecciatina alla riforma della Giustizia.

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