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Italia 150/1. Berlusconi: "Festa di tutti" Ma è Lega contro il resto del mondo

Il Premier: "Rispettare lo Stato". Ma il malumore del Nord e del Carroccio non piace. La Polverini: "Grave errore"

Privitera Andrea
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Quella di domani sarà una festa per l'Italia o contro la Lega? Difficile dirlo, visto che il malumore leghista nei confronti dei 150 anni dell'Unità d'Italia non sta andando giù nè alla maggioranza nè all'opposizione. In particolare, a molti non è andata giù la decisione degli esponenti del Carroccio in Regione Lombardia, che hanno voluto disertare l'inno nazionale suonato all'inizio della seduta di ieri: A un  giorno di distanza dal fatto, non si sono ancora placate le polemiche: "Quello della Lega è stato un gravissimo errore. La Lega nasce nell'Italia unita e dovrebbe riconoscere tutto quello che la rende unita, anche l'Inno", ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Anche governatore lombardo Roberto Formigoni è tornato a bacchettare la Lega, sottolineando che anche il partito di Bossi  "dovrebbe festeggiare l'Unità d'Italia, perchè tutti gli italiani dovrebbero riconoscersi in un'Italia che sta riformando se stessa e sta avviandosi sulla strada del federalismo". Più pacato e ottimista invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Non guardiamo l'albero che cade ma la foresta che cresce. C'è un sentimento nazionale che sta crescendo in tutta Italia e che si sta rafforzando giorno dopo giorno. Il riconoscimento di questa giornata è veramente unanime". L'OPPOSIZIONE - Va invece meno per il sottile l'ex presidente del Piemonte Mercedes Bresso, a cui forse brucia ancora la sconfitta alle regionali dello scorso anno, che hanno incoronato il leghista Roberto Cota: "Di una nazione padana non c'è nessuna traccia storica", ha tagliato corto. Parole aspre anche quelle del settimanale Famiglia Cristiana: "Gli esponenti del Carroccio "non cantano l'inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo: ma se vengono in ballo presidenze di banche e direzioni di enti, anch'essi nazionali come Mameli; se oltre alle manovre romane c'è da occupare poltrone regionali, provinciali, comunali e rionali; se insomma si tratta di distribuire posti e prebende ad ogni livello, la Lega è già piazzata in prima linea". LA CONTROFFENSIVA LEGHISTA - Insomma, una serie di attacchi piuttosto duri. In ogni caso, nemmeno lo stesso Carroccio sembra essere indifeso: "L'unità d'Italia non è un evento da festeggiare". Anzi, "sarebbe stato meglio se non ci fosse stata perchè così la Padania sarebbe più ricca". E ancora: "Quando ascolto l'inno di Mameli provo fastidio, perchè mi sento un pò oppresso da chi mi ha conquistato". Infine: "Non esporrei mai dal balcone di casa mia il Tricolore". Sono le affermazioni del capodelegazione della Lega Nord all'EuroParlamento, Francesco Speroni, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it alla vigilia della festa del 17 marzo. L'unica risposta alternativa che si può ottenere dal fronte leghista sull'Unità d'Italia è un no comment. Come quello del ministro degli Interni Roberto Maroni: "Lasciatemi in pace". Risponde così il ministro ai giornalisti che chiedevano se la Lega avrebbe partecipato alla festa. BERLUSCONI: "PLURALITA' NOSTRA RICCHEZZA" - Sul sito del governo viene pubblicato il messaggio di Silvio Berlusconi per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il Premier scrive: "L'unità d'Italia non ha 150 anni, è una storia millenaria, frutto di una civiltà e di una tradizione senza paragoni, che in gran parte affonda le proprie radici nella storia della civiltà cristiana. Siamo nazione, popolo, comunità culturale e spirituale italiana prima ancora della conquista dell'unità dello Stato italiano. Sono appunto queste storie diverse, questa pluralità e questa ricchezza incredibile di storie - sottolinea Berlusconi - che hanno prodotto il patrimonio culturale e artistico per cui siamo ammirati nel mondo, e che hanno reso grande l'Italia". "ORGOGLIOSI DI ESSERE ITALIANI" - "Il valore della memoria con la celebrazione del 150esimo anniversario della nostra unità nazionale - prosegue il Cavaliere - è oggi una condizione essenziale per consolidare la nostra democrazia, per rafforzare la coesione nazionale e per affrontare le sfide che riguardano il nostro domani. Abbiamo le qualità e le risorse che ci fanno guardare con fiducia al futuro. Siamo legati da indissolubili vincoli di storia, di tradizioni e di lingua. Siamo accomunati dai valori della democrazia e della libertà. Siamo fieri di essere stati la culla della civiltà occidentale e della sua cultura. Per tutto questo - conclude - siamo orgogliosi di essere italiani ed abbiamo deciso di proclamare Festa nazionale il 17 marzo del 2011, in concomitanza con il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia".

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