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Ferrara come Santoro, quant'è bella la televisione faziosa

Estremi opposti catodici: anche chi è molto di parte è una ricchezza: se ha talento, deve avere spazio / MUGHINI

Andrea Tempestini
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Pessimo frequentatore come sono del mondo online, so poco e niente di Vera Vasques, una intellettuale e scrittrice e ex libraia torinese che sta a capo di un sito dal nome “Il racconto ritrovato”. Dal quale ricevo periodicamente e-mail che talvolta leggo e talvolta no. Ieri me ne è arrivata una che aveva un titolo perentorio: «Il signor Ferrara», e appioppare a uno il titolo “signore” è un modo che i babbei credono formidabile per insultare e buttar giù una persona a loro invisa.  E dunque mi sono precipitato a leggere la e-mail per vedere di che insultavano Ferrara. Purtroppo il contenuto di quella e-mail andava oltre le mie più cupe previsioni. La Vasques, dopo aver premesso che lei mai e poi mai  si sintonizzava sul Tg1 di Augusto Minzolini e meno che mai con il susseguente programma del «sig. Ferrara», pubblicava per intero e raccomandava di diffondere in rete un annuncio di Paolo Lucci, che non so chi sia e questo non ha nessuna importanza.  Quello di Lucci era un appello, vigoroso e accorato. L'appello di uno la cui vita sembrava messa in pericolo dal fatto che dopo le 8.30 di sera «il sig. Ferrara avrà la possibilità di dire tutto quello che pensa per 7 minuti». 7 minuti fatali di cui Lucci era avvilito che ai teleutenti che pagano il canone costassero 3000 euro a botta. E dunque raccomandava di non sintonizzarsi sul suo programma mai una sola volta, per nessuna ragione al mondo. Di premere il telecomando appena il Tg1 finiva e togliere così a Ferrara ascolti eccetera eccetera. IDEA BELLUINA Confesso che tutto questo a me sembra belluino. Pessimo ascoltatore come sono di programmi televisivi, non ho ancora ascoltato Ferrara una sola volta. Di quello che lui dice abitualmente talvolta condivido il 70 per cento, talvolta il 50 per cento, talvolta il 15 per cento (quando fa riferimento alla sorte di Eluana Englaro). Questo toglie nulla al fatto che Ferrara sa essere di volta in volta interessante, stimolante, provocatorio. Scegliere di non ascoltarlo è legittimo, ma fare una crociata contro i suoi 7 minuti è da babbei e ottusi.  Certo che Ferrara è stato collocato lì dove sta dalla “politica”, ma questo vale per il 95 per cento di quanti stanno in televisione, a cominciare da tutti quelli che vennero assunti da Rai3 al tempo in cui era una rete di appannaggio dei comunisti. Michele Santoro uno di questi, uno al quale a suo tempo ho telefonato esprimendogli solidarietà per essere stato (momentaneamente) espulso dalla Rai. NIENTE CONTRATTO E a proposito di Santoro e dei suoi prodi, trovo ignobile che la Rai non abbia ancora fatto un contratto a Marco Travaglio, il quale per adesso partecipa gratuitamente alle puntate di Annozero. Posso non condividere tanto di quello che dice e racconta Travaglio, ma che lui sia un eccellente giornalista solo un babbeo lo può misconoscere. Io condivido il 15 per cento e forse meno degli intenti satirici del disegnatore Vauro, ma prenderei a calci uno che in mia presenza proclamasse la necessità di espellerlo dalla tv per le sue posizioni di sinistra estrema. Ciascun fiore fiorisca, ciascuna voce vada ascoltata, ciascuno di noi ascolti e poi valuti e poi decida. Senza preventive guerre di sterminio. A meno di non trasformare la nostra vita quotidiana e la società in cui viviamo in qualcosa di peggio della Bosnia-Erzegovina dei tempi peggiori. Io alla sera ascolto il telegiornale condotto da Enrico Mentana e non quello di Minzolini, ma non mi verrebbe in mente di proclamare ad alta voce che quello che faccio io è bene e quello che fanno altri è male. A parte il fatto che mai una volta nella vita un telegiornale ha modellato le mie convinzioni e le mie idee. Per quello ci vogliono migliaia e migliaia di pagine a stampa, lette con la matita in mano per segnare e sottolineare. STIPENDI ALTI Quanto alle remunerazioni in tv, è noto che sono più alte che non in altri campi della comunicazione. Sono molto alte le remunerazioni di Antonella Clerici, di Bruno Vespa, di Lilli Gruber, di Fabio Fazio, di mille altri protagonisti del piccolo schermo, ivi compresi quelli che stentano a dire se oggi è domenica o lunedì. È ridicolo che quelli di sinistra bestemmino contro il cachet di Ferrara e quelli di destra bestemmino contro il cachet di Roberto Benigni. Cerchiamo di vivere, cerchiamo di convivere. Proviamo a ragionare. di Giampiero Mughini

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