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Misurata, bombe sull'ospedale: massacro lealista

Cecchini dal tetto: 16 morti. Comandante Raf: "Difese aeree libiche debellate". Scoppi a Tripoli, tv di Stato: "Sono obiettivi civili"

domenico d'alessandro
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E' il quinto giorno dell'operazione Odissey Dawn. Le forze della coalizione hanno ripreso gli attacchi aerei, concentrati nella zona dove sono di base le forze lealiste fedeli a Muammar Gheddafi, nella città di Misurata, mentre nella parte est di Tripoli sono state udite otto esplosioni udite a est di Tripoli. Lo hanno riferito testimoni che hanno visto levarsi una colonna di fumo. La tv di Stato  libica ha detto che si tratterebbe di bombardamenti su obiettivi civili. Alcuni cittadini hanno riferito che dopo l'attacco, i tank e l'artiglieria del raìs hanno cessato il fuoco. Le incursioni, almeno in due occasioni, hanno colpito una base militare usata dalle forze lealiste. Martedì sera il nuovo discorso di Gheddafi: "Vinceremo", ha giurato il raìs. Sono poi stati rilasciati i tre giornalisti occidentali rapiti martedì. L'Air Vice Marshal della Raf, comandante Greg Bagwell, ha riferito alla Bbc che i bombardamenti della coalizione hanno distrutto tutte le truppe aeree libiche: "La loro forza aerea non esiste più come forza combattente - ha detto Bagwell -. Il loro sistema di difesa integrata e le reti di comando e controllo sono così gravemente degradate che possiamo operare con relativa impunità sulla Libia". Nel frattempo, i ribelli pensano al lancio di una televisione: lo hanno riferito alcuni esponenti dell'opposizione libica all quotidiano britannico The Guardian:  sarà presentato a breve un nuovo canale  controllato dal Consiglio nazionale transitorio, l'organo politico degli insorti di Bengasi. Proseguono però le rappresaglie delle truppe lealiste: a Misurata i cecchini di Gheddafi hanno mietuto 16 vittime. Secondo quanto riferito da testimoni oculari, poco dopo le 20 le forze di Gheddafi avrebbero bombardato l'ospedale di Misurata. OPERAZIONI ITALIANE - A tirare le somme del quinto giorno di missioni italiane, nella serata di mercoledì, ci ha pensato il colonnello Mauro Gabetta della base militare di Trapani Birgi. "Le missioni di oggi si sono svolte secondo la pianificazione e sono risultate positive", ha sottolineato Gabetta. Complessivamente, ha reso noto, sono decollati sei tornado e quattro caccia F-16. GLI ATTACCHI - I raid aerei hanno colpito anche la città di al-Jamil, a sud di Zuara. Lo ha riferito la tv di stato di Tripoli. "La città di al-Jamil ha subito poco fa un attacco colonialista e crociato", recitava un messaggio in sovraimpressione. I ribelli dopo i colpi si sono allontanati dalla zona. Il governo britannico ha però dichiarato di non poter precisare quanto dureranno le operazioni militari, ed ha aggiunto che l'intervento potrebbe portare a uno "stallo" tra il regime di Tripoli e i ribelli. Secondo la tv araba Al Arabiya, venti carri armati delle brigate fedeli al raìs hanno difeso l'entrata orientale della città di Agedabia dall'avanzata dei ribelli. I miliziani ribelli erano posizionati a nove chilometri di distanza dall'entrata e non appena tentavano di avanzare venivano colpiti dai carri armati. Anche nella Capitale la giornata si è aperta con forti esplosioni. Tripoli è stata bersagliata anche durante la notte, quando è entrata in azione l'artiglieria antiaerea. Nel sud della città ci sono stati durissimi scontri che avrebbero causato, secondo al Jazeera, almeno nove morti. Esplosioni si sono registrate anche a Sirte. Nella mattinata di mercoledì hanno effettuato operazioni anche dei caccia britannici. Il Pentagono ha fatto sapere che gli aerei della coalizione internazionale hanno effettuato 336 voli e hanno lanciato 108 raid dall'inizio dell'offensiva, lo scorso sabato. I voli americani sono stati 212, gli altri Paesi ne hanno realizzati 124. Le forze della coalizione hanno effettuato incursioni aeree contro le truppe terrestri fedeli al leader libico Gheddafi anche nelle città Misurata e Zawiyah, come confermato dall'ammiraglio statunitense Gerad Hueber in un briefing al Pentagono. RAPPRESAGLIE - Le forze del leader libico hanno sparato colpi di artiglieria nella zona residenziale di Zueitina, a 15 chilometri da Ajdabyia, a est di bengasi. Inoltre, i fedelissimi di Gheddafi hanno occupato l'ospedale della città di Misurata, dove da giorni si concentrano gli scontri più feroci. Dei cecchini erano posizionati sul tetto della struttura. Lo hanno riferito alcuni ribelli all'emittente al Jazeera, che hanno aggiunto come mercoledì gli stessi cecchini abbiano ucciso 16 persone.  Secondo la medesima fonte, nella notte sarebbero state uccise 13 persone, mentre i feriti sarebbero 23. I dati dell'intelligence americana  non mostrano segno di ritiro delle forze libiche pro-Gheddafi da Misurata e Agedabia.  OBAMA: "SPERO RIBELLI SAPPAIANO ORGANIZZARSI" - Al fianco dei ribelli si è nuovamente schierato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha espresso la "speranza che in Libia" le forze anti-governative "sappiano organizzarsi in modo da arrivare presto ad un governo democratico legittimo, espressione delle loro aspirazioni". Obama ha poi ribadito che l'intervento militare della coalzione è stato deciso "per ragioni umanitarie in ottemperanza della risoluziojne Onu 1973, per proteggere la popolazione civile". LA TV DI STATO - La tv di Stato libica ha mostrato le immagini di un'abitazione demolita e bruciata e di donne che piangevano mentre un uomo trasportava verso l'ambulanza una bambina coperta di sangue su una barella. Nel servizio si vedeva un uomo che urlava "tutta la mia famiglia è stata uccisa" e la televisione ha intitolato le immagini: "La crociata imperialista bombarda i civili". PACCO BOMBA A PARIGI - Poco prima dell 18 di mercoledì è stato ritrovato un pacco sospetto ai piedi della Tour Eiffel. Il monumento è stato in breve evacuato proprio per il timore di un attentato terroristico. Al momento però l'ipotesi non ha trovato conferma. Il Corriere della Sera, in un articolo pubblicato mercoledì, aveva riferito dei timori degli 007 britannici circa un possibile attentato nella capitale francese. RIMORCHIATORE, COMANDANTE: "STIAMO BENE" - Luigi Chiavistelli, comandate dell'Asso Ventidue, il rimorchiatore bloccato per giorni in Libia e da martedì nel porto di Tripoli, al telefono con la moglie ha ribadito che lui e l'equipaggio "stanno tutti bene". La donna ha raccontato: "L'ho sentito per pochissimi minuti, non è sceso nei dettagli, ha solo detto che lui e il resto dell'equipaggio sono tranquilli e stanno bene. Non ha aggiunto altro", ha concluso Maria Chiavistelli, "chissà, forse per non farmi preoccupare non mi ha parlato dei militari libici". DISCORSO DI GHEDDAFI - Nella notte tra martedì e mercoledì è tornato a parlare il Colonnello Muammar Gheddafi: un discorso breve, di pochissimi minuti, in cui ha incitato i suoi fedelissimi con un nuovo delirante discorso a braccio. Il raìs è ricomparso proprio dove tutti pensavano che fosse, nel suo bunker di Tripoli. Microfono alla mano, ha inveito contro l'Occidente: "Americani ed europei sono i nuovi nazisti, combatteremo contro i fascisti. Ma io sono qui, sono qui e alla fine vinceremo", ha urlato davanti ad alcune centinaia di persone. "Non ci arrenderemo, non abbiamo paura dei vostri missili, i vostri missili mi fanno ridere - ha sbraitato -. Siamo pronti per la battaglia, lunga o breve che sia. Questa è una coalizione di fascisti che finirà nell'immondizia della storia. Io resto qui, la mia casa è qui, resto nella mia tenda. Resto qui, resto qui, resto qui". Nessun segnale di resa, quindi, ma soprattutto la certezza che il Raìs è ancora a Tripoli. RILASCIATI I TRE GIORNALISTI - A Tripoli, nelle ultime ore, sono stati rilasciati i tre giornalisti occidentali arrestati ad Agedabia: i tre, Dave Clark e Robert Schmidt dell'Afp e Joe Radler, fotografo della Getty Images, sono arrivati in nottata all'Hotel Rixos, l'albergo che ospita gli inviati stranieri. Il regime aveva preannunciato la loro liberazione spiegando che l'ordine era stato dato direttamente da Gheddafi.

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