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Fukushima, fumo dal reattore n.3. No acqua ai bimbi

Nuvola nera si leva dalla terza unità: evacuati i tecnici. Premier: "Iodio radiattivo in tubature Tokyo". Forti scosse

domenico d'alessandro
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Si riaccende l'allarme a Fukushima: una colonna di fumo nero si sta alzando dall'unità tre della centrale nucleare giapponese. I tecnici impegnati nei pressi del reattore sono stati evacuati. La notizia è stata comunicata dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto danneggiato dal terremoto e il successivo tsunami dello scorso 11 marzo. Al momento la Tepco, accusata più volte negli ultimi giorni di non aver fornito tutta la verità riguardo i problemi di Fukushima, non ha potuto fornire ulteriori dettagli. Gli operai stavano lavorando per le operazioni di raffreddamento dei reattori e delle vasche di combustibile spento. "Non sappiamo se la fumata proviene dall'edificio che ospita la turbina o dalla struttura di contenimento del reattore", ha precisato un portavoce. I dipendenti sono stati evacuati dalla sala di controllo del reattore numero 3, dove proprio nelle ultime ore era stata riportata parzialmente l'elettricità. Per qualche ora la corrente elettrica e l'illuminazione è tornata in tutti e sei i reattori minacciati dalle conseguenze del sisma dell'11 marzo. Il rettore numero 3 è stato gravemente danneggiato da un'esplosione: è caricato con combustibile Mox, che è una miscela di combustibili riciclati e per questo ha un punto di fusione più basso. KAN: "NON DATE ACQUA CORRENTE AI BAMBINI" - Si apprende inoltre che i livelli di iodio radioattivo riscontrati nell'acqua dei rubinetti di Tokyo presso un centro di depurazione hanno superato i limiti fissati per i bambini. L'annuncio è giunto dalle autorità metropolitane della metropoli giapponese, che hanno chiesto alla popolazione di non dare da bere l'acqua corrente ai più piccoli. Proprio l'allarme radiazioni è il pericolo maggiore in questo momento: il premier Naoto Kan ha ordinato di interrompere la distribuzione di latte non trattato e di undici tipi di verdure dalla zona di Fukushima e dalle tre prefetture più vicine (Ibaraki, Tochigi e Gunm). Anche gli Usa hanno vietato l'importazione di latte e derivati, frutta e verdura dalle quattro prefetture giapponesi a rischio: la Food and Drug Administration (Fda) ha precisato che dal Paese nipponico arriva meno del 4% dei generi alimentari importati dagli Usa. FAZIO: "IL CIBO ITALIANO E' SICURO" - Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è intervenuto per tranquillizzare l'opinione pubblica italiana in merito al rischio radiottività negli alimenti in arrivo sulle nostre tavole dall'estremo oriente:  "Le disposizioni che abbiamo emanato ai nostri uffici presso i porti e gli aeroporti sono che tutte le merci confezionate prima dell'11 marzo abbiano accesso senza problemi. Quelle confezionate dopo quella data - che non sono ancora arrivate - merci animali, come il pescato e verdure, come la soia e il the, vengono esaminate con un controllo a campione" per eventuali tracce di radioattività dai laboratori che si trovano a Foggia e Roma. Il cibo prodotto in Italia rimane comunque una sicurezza: "I prodotti nostrani sono molto sicuri. Non sono state riscontrate criticità". Nessun rischio però anche nei sushi bar: "Se usano pesce fresco è pesce italiano, quindi sicuro". Il ministro è poi intervenuto in tema nube radioattiva: "Escludiamo qualsiasi rischio per l'Italia, il livello di radioattività nell'aria è infinitesima e non dannoso per la saluta umana". ANCORA SCOSSE DI ASSESTAMENTO - Nella zona di Fukushima  si continuano a registrare forti scosse di assestamento. La più forte, alle 7:12, era di magnitudo 6 della scala Richter, ma nella tarda serata di lunedì un replica ha raggiunto i 6.2 gradi.  L'agenzia di polizia nazionale giapponese ha dichiarato che il numero totale di cadaveri raccolti in seguito al terremoto e allo tsunami è salito a 9.487, mentre sono 15.617 le persone ancora disperse. Si tratta di numeri che probabilmente aumenteranno ulteriormente, con la polizia che ipotizza una cifra finale di morti intorno ai 18mila.

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